Il 25 aprile c'erano i banchetti in piazza Santa Croce. I grillini chiedevano le firme per il referendum in occasione del vday2 contro la stampa. Io c'ho pensato ma poi non ho firmato. Non ero del tutto convinto. Mi chiedevo: se aboliscono l'ordine dei giornalisti, chiunque potrà dirsi giornalista? Anche il blogger quindicenne che scrive amenità adoloscenziali? E poi, in linea teorica, che lo Stato finanzi i giornali non è uno scandalo: è giusto che lo Stato finanzi il progresso culturale del proprio popolo, non con soldi distribuiti a pioggia, ovviamente, magari con sgravi fiscali. Poi però i giornali dovrebbero essere distribuiti gratis, perché il cittadino non deve pagare due volte. Ma mi rendo conto che una cosa del genere appartiene all'utopia comunista. Il problema, e qui sono d'accordo con Grillo, sta nella proprietà dei giornali, che è in mano a grandi industriali, finanzieri, banche e quant'altro... Allora, in effetti, lasciando da parte l'utopia, che questi grandi imprenditori se la cavino con il libero mercato, senza aiuti dallo Stato, che, semmai, dovrebbe controllare con regole ferree eventuali conflitti d'interesse, situazioni monopolistiche, aumento indiscriminato dei prezzi (la scusa dell'aumento del costo della carta!). L'aiuto lo manterrei per quei giornali che non hanno alle spalle un grosso capitale, o per chi volesse introdurre sul mercato una nuova testata (magari un aiuto temporaneo, di avviamento, per due o tre anni, finché il giornale non regge da solo la concorrenza), sempre in nome della promozione culturale del nostro Paese.
Penso queste cose mentre entro a Boboli, dalla porta immensa di Palazzo Pitti. Appunto...a proposito di banchieri e bancarottieri: Luca Pitti voleva che il suo palazzo fosse talmente grande che ogni finestra doveva superare il portone d'ingresso di Palazzo Medici. Per raggiungere il suo scopo spese così tanto che finì per fallire.
Il giardino è stupendo, come sempre. C'è un sole splendente, ma per me che temo il caldo è meglio cercare una panchina all'ombra, possibilmente in un posto discreto, al riparo dall'orda dei turisti e delle scolaresche. Mi sono portato da studiare e da leggere, e non ho intenzione di farmi disturbare. Devo preparare la lezione sulla Costituzione italiana. Qualche giorno fa ho tenuto una lezione conclusiva sulla Resistenza, cercando di far percepire ai ragazzi il significato profondo della Liberazione, di quel 25 aprile che avevamo appena festeggiato. Di certo non ho potuto avvalermi dell'ausilio dei giornali italiani, che quel giorno non l'hanno celebrato affatto. Ricordo di essere andato in piazza della Repubblica a vedere la parata e di aver comprato La Repubblica...
Con mia grande sorpresa ho scoperto che il secondo giornale italiano, che dovrebbe essere pure di sinistra, ha relegato la notizia sul 25 aprile in quarta o quinta pagina, con un articoletto sul discorso di Napolitano. Per reazione ho comprato subito L'Unità che almeno aveva dedicato al 25 aprile la prima pagina!
Lunedì voglio raccontare alla classe come dall'entusiasmo dell'essere di nuovo liberi, di poter nuovamente partecipare alla vita politica attiva, senza aver paura di manifestare le proprie idee, sia nata quell'unità di intenti che ha portato i vari partiti (DC, PCI, PSI, ecc.) a scrivere insieme i principi fondamentali, le regole e l'assetto istituzionale della neonata Repubblica italiana. Intendo rimarcare il concetto di unità, ricordando quanto già ho insegnato loro a proposito dell'unità d'Italia, che si è potuta raggiungere solo quando il popolo italiano si è veramente unito nella battaglia: agli italiani scesi dal nord, guidati da Garibaldi, si sono uniti 50 mila volontari meridionali.
Ho altri due libri nello zaino: L'ospite inquietante, l'ultimo saggio di Umberto Galimberti sul nichilismo e i giovani; e Il sangue dei vinti, il celebre libro di Pansa sulla Resistenza. Per quanto riguarda il primo, chi legge con attenzione le mie recensioni, sa che l'argomento del nichilismo e dei suoi influssi sulla nostra società mi interessa molto. Peccato che Galimberti mi lasci sempre un'impressione di furbizia intellettuale: come Morelli o Crepet. L'altro libro, quello di Pansa, non lo volevo leggere. L'ho dovuto comprare perché un mio alunno mi ha chiesto cos'era il "triangolo rosso" e io ho capito che si riferiva a Pansa ma non gli ho saputo rispondere. Perciò ho sentito il dovere di documentarmi. All'origine del mio rifiuto per Il sangue dei vinti c'era, lo confesso, il pregiudizio intellettuale che un giornalista, laureato in scienze politiche pur con una tesi sulla Resistenza, per quanto ben informato, non è uno storico e perciò la sua opera, per di più in forma di romanzo, non risponde, per esempio, ai criteri severi di selezione delle fonti e, alla fin fine, non ha lo stesso rigore scientifico di un saggio scritto da chi lo storico lo fa per professione. Inoltre mi ha sempre infastidito la strumentalizzazione revisionista a cui questo libro si è prestato: anche i partigiani hanno commesso atrocità, quindi non sono diversi dai fascisti. La responsabilità delle opinioni espresse è personale, ma ho sempre avuto l'impressione che questa strumentalizzazione sia da imputare, certo in minima parte, anche a Pansa, proprio perché il suo testo si è prestato ad essere strumentalizzato. Dopo la lettura di più di metà del libro, devo dire che sebbene Il sangue dei vinti mi ha fatto riflettere sull'atrocità della guerra e sull'atrocità doppia di quella civile, il mio "pregiudizio" rimane più o meno inalterato.
2 commenti:
ciao Marcè!
A proposito di Unità d'Italia che ne vogliamo dire della dichiarazione di Veronica Lario che si professa la leghista di famiglia e afferma che gli Italiani non si identificano più nel valore dell'unità !!
Aggiungiamo la ciliegina... il giorno dopo leggo nel giornale che Famiglia Cristiana ha proposto di nominarla ministro della famiglia!
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