mercoledì 24 settembre 2008

I giappocinesi

Qualcuno storcerà il naso a leggere che dedico un altro post al libro di Eggers Erano solo ragazzi in cammino, ma lo voglio fare non solo per fare pubblicità a un bel libro ma anche perché ho trovato un passo divertente, fra le altre pagine che sono per lo più "pugni nello stomaco" perché mettono di fronte a una tragedia umanitaria che è in corso ancora oggi e che ci riguarda tutti, anche se facciamo finta che non è così.
Il passo è il seguente e racconta di un giapponese, Noriyaki, che lavora al campo profughi di Kakuma, dove vive il protagonista che racconta la storia:
Un giorno da Noriyaki arrivò un uomo. Era un anziano sudanese, istruito e rispettato tra i Dinka. Aveva completato un triennio di studi all'Università di Khartum e la sua opinione era tenuta in gran conto su una serie di questioni, politiche in particolare. Quando arrivò, quel giorno, aveva un'aria particolarmente agitata e chiese di parlare con Noriyaki immediatamente. Noriyaki lo fece entrare e gli offrì una sedia.
«Preferirei rimanere in piedi» disse lui.
«D'accordo» replicò Noriyaki.
«Ho bisogno di rimanere in piedi perché quello che ho da dire è molto importante e riveste una certa gravità.»
«Va bene, sto ascoltando.»
«Signor Noriyaki, lei deve parlare immediatamente alle autorità del suo governo. Sono i cinesi e i malesi a peggiorare questa guerra. Queste due nazioni, da sole, sono proprietarie al sessanta per cento degli interessi petroliferi in Sudan. Sa quanto petrolio estraggono? Milioni di barili all'anno, e aumentano ancora! La Cina entro il 2010 prevede di estrarre la metà del suo fabbisogno dal suolo sudanese!»
«Ma, signore...»
«E sappiamo tutti che alla base di questa guerra c'è il petrolio. Bashir vuole semplicemente mantenere una situazione di caos nel Sud del Paese e l'Esercito di Liberazione alla larga dai pozzi. E lo fa con armi fornite da chi? Dalla Cina, signor Noriyaki. È la Cina a volere un Sud instabile, perché questo tiene lontani altri paesi che non intendono sporcarsi le mani degli abusi contro i diritti civili necessari all'estrazione! Il suo governo fornisce armamenti che vengono usati contro i civili e compra petrolio ottenuto in modo illegale, che è la ragione ultima della morte di centinaia di migliaia di persone. Sono qui per appellarmi a lei in quanto rappresentante del suo governo, affinché lei si esprima contro queste ingiustizie!»
Quando Noriyaki riuscì a prendere la parola spiegò che non era cinese. All'uomo occorsero un buon cinque minuti per digerire l'informazione.
«Non vorrei sembrarle scortese, signore, ma lei sembra cinese.»
«No, signore, io sono giapponese. E neanche noi siamo in relazioni ottime con la Cina.»
L'uomo se ne andò, disorientato e deluso.

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