Riaffiora dal porto del tempo
perduto il dovere di parlare,
ritornare ai girasoli
del mio campo di silenzio.
Fiorirli dal Novecento
annichilito.
Ma orfane di gioia materna,
apatiche nei loro deserti,
le parole scavate
nel sottocosto, nell'outlet,
nell'ennesima offerta speciale,
olocausto dell'invenduto,
non attendono più neanche la notte
nell'eterna quaresima aurorale.
E anche dalla mia barca
bucata si vede il mondo,
meticciare pallido e assorto,
o rivangando il torto
del suo giardino concluso.
1 commento:
Plauso al ritorno della parola!
Posta un commento