lunedì 13 settembre 2010

Berlusconi: la barzelletta su Hitler

Lo so. Questo blog è in crisi di identità. I dintorni soffocano il cinema. D'altronde, non sono tempi questi per parlare d'altro. Come potevamo noi...?
Sarei dovuto andare al cinema oggi pomeriggio. Invece sono rimasto a casa. La pioggia mi ha convinto a continuare la mia lettura di Un eroe borghese. Mi sono immerso per ore nel racconto di Stajano. Mi sono perso nei meandri di scalate societarie, scatole cinesi, compiacenze politiche, benedizioni religiose... Ho letto tutto il marcio delle attività di Sindona, di cui so poco o nulla. Le mie informazioni, fino ad ora, e non lo dico per riacciuffare il cinema per i capelli, mi venivano dal film di Placido, che vidi a suo tempo del tutto vergine della vicenda e perciò impreparato alle emozioni forti che mi suscitò. Piansi nella scena in cui Bentivoglio legge la lettera testamento di Ambrosoli alla moglie. E ho versato di nuovo qualche lacrima a risentirla nei programmi di questi giorni, mi riferisco a quelli di Minoli sulla Rai e di Piroso su La 7. È più forte di me: l'onestà mi commuove. Mi sto preparando alla prima lezione dell'anno di Educazione civica (Cittadinanza e Costituzione, così la Gelmini vuole che la chiamiamo). Ho deciso di partire dall'articolo 54: la fedeltà alla Repubblica. Parlerò di Ambrosoli, poi di Caponnetto e poi via via gli altri servitori della Repubblica. Voglio dare ai miei alunni degli esempi positivi, che possano un domani seguire. Per questo mi sto documentando su Ambrosoli.
La lettura di Stajano, dicevo, mi ha portato dentro le acque acherontiche e tortuose del malaffare politico-finanziario. Ho dimenticato anche il cellulare in modalità silenziosa, non sentendo messaggi e telefonate. Andreotti, il Vaticano, la Mafia, i servizi segreti, i tentativi di colpi di Stato, la P2... la solitudine di Ambrosoli...
Erano gli anni per me della vita vegetativa, come potevo capire? Nel 1974, quando sono nato io, c'è stata la strage di piazza della Loggia, la bomba sull'Italicus, il sequestro Sossi...
Mamma mia, in che Stato vivevo? Tutto mi sembrava andasse bene, come canta De gregori, invece non andava bene niente!
Preso dalla lettura e da questi pensieri ho acceso distrattamente la tv. Si erano fatte già le otto, c'era il tg... Berlusconi raccontava una barzelletta.