venerdì 19 dicembre 2008

Il miracolo del Presepe

Oggi nella nostra scuola è l'ultimo giorno prima delle vacanze. Si celebra la messa di Natale nel salone del refettorio. Quando arrivo, insieme al professore di matematica, la messa è appena iniziata. Gli altri ci sono tutti: la suor Preside accanto all'altare, i colleghi in piedi ai lati con la schiena appoggiata al muro, gli alunni e dietro i genitori nelle due colonne di sedie. Dietro l'altare, nel proscenio del teatrino dove si fanno le prove dello spettacolo di fine anno c'è una rappresentanza di studenti che è stata scelta per ricoprire il ruolo importantissimo del coro. Su tre file: nella prima, tre chitarre classiche e una elettrica; nella seconda, il primo gruppo di coriste e flautiste con l'aggiunta della violinista e voce solista; nella terza, le altre coriste e coristi (se ricordo bene un solo maschietto), con la presenza vigile dell'insegnante d'inglese. Questi ultimi, forse perché stanno più in alto, verranno più tardi definiti dall'insegnante d'italiano, non senza una certa qual ironia, "gli arcangeli". In basso a destra, di fianco all'altare, l'insegnante di musica alla tastiera è affiancata da un alunno batterista e suonatore del triangolo (utilissimo per l'Alleluia e il Tu scendi dalle stelle).

Dicevo, il prof. di matematica ed io siamo i ritardatari. Colgo lo sguardo di rimprovero della suor Preside, che con un gesto perentorio chiama a sé il collega in prima fila. Io me la scampo e mi siedo nell'ultima. Non mi piace mettermi davanti. Sarà un antico retaggio della paura che mi prendeva da bambino di essere coinvolto nelle letture, o forse la consapevolezza dei miei peccati. In ogni caso preferisco sempre sedermi nelle retrovie. Quello mi sembra il mio posto, e comunque è quello che preferisco, anche perché mi consente di avere una visione panoramica dei fedeli e, come dire?, mi fa percepire meglio l'aspetto collettivo del rito.

Forse è solo che mi piace osservare. Così, mentre la messa va avanti, io guardo e colgo intorno a me una realtà completamente diversa da quella che mi s'imprime nella rètina. I miei studenti non sono più i miei studenti. Non sono più le ienette che urlano, strillano, rompono, non studiano, fanno battute sceme, dicono le parolacce, bestemmiano addirittura. Sono lì, buoni buoni, che stanno seduti composti, stanno zitti e rispondono solo quando devono farlo per seguire il rito della messa, cantano, suonano, sono contenti di farlo davanti ai propri genitori, nonni, insegnanti. Cantano e suonano bene. Ecco allora che scorgo quello che mi fa dannare, che è invece un angioletto; quello che non capisce un tubo, che fa un accordo col barré; quello che è sempre triste, perché la mamma lo lascia sempre solo e il papà è andato via, ma che oggi sorride e canta con i compagni; quella che ride sempre come una sciocchina e che ora legge le letture serissima e composta... Mi chiedo come mai non percepisco l'ipocrisia, la falsità di questi atteggiamenti. Non le percepisco perché non ci sono. Non le percepisco perché i miei studenti non sono più i miei studenti. Le ienette non sono più ienette. Sono bambini, semplicemente bambini.

Anche i genitori non sono più i genitori. C'è quella che ha un figlio che fa disperare tutti e non sa come fare; quella che si sta separando; quella che è una rompiscatole, ma ora è lì che si passa un fazzolettino sugli occhi umidi, commossa dal figlio che canta nel coro; quello che è un padre severo, ma ora sta tutto contento a fare riprese col telefonino. I genitori non sono più i genitori, sono padri e madri.

I miei colleghi, appoggiati al muro, non sono più "quella d'inglese, scienze, musica..." ecc. Sono una mamma che si è portata la piccola appesa al marsupio; una ragazza, un ragazzo, che lavorano per un tozzo di pane. La suor Preside non è la suor Preside ma una nonna che ci fa da chioccia.

Al Padre nostro, sento forte la pregnanza di quell'aggettivo, "nostro". Non siamo più alunni+genitori+corpo docente. Siamo noi. Alla comunione, percepisco la presenza di una comunità. C'è solo questo. Tutto il resto, i problemi, i rapporti non sempre idilliaci, non ci sono. Finita la messa ci saranno di nuovo, ma ora no. Ci sono persone, spogliate di tutto, povere di tutto. Senza la divisa di insegnanti, alunni, genitori. Uomini, donne e bambini. E io sento di volere bene a quei bambini, a quelle donne, a quegli uomini. Mi sento in comunione con loro. Mi sento come loro. Mi sento come "in famiglia". Una famiglia povera, perché in quel momento ognuno di noi è nudo. Ognuno di noi è solo un uomo, una donna, un bambino.

Allora penso che in quel momento, in quel refettorio, siamo un Presepe. E la cosa mi commuove e mi riempie di gioia. Mi rendo conto di avere stampato da un'ora un sorriso sulle labbra. Eppure, guardando da lì dietro, dall'ultima fila di sedie, ho ben presente i problemi miei e di ognuna di quelle persone. A volte problemi anche seri. Perciò questa gioia che sento dentro, che vedo anche stampata sui volti di tutti, mi sembra un miracolo. Il miracolo del Presepe.

venerdì 12 dicembre 2008

Siamo tutti Obama

Prima ancora di entrare nell'ufficio ovale, Barack Obama ha già fatto la prima rivoluzione. I nostri politici hanno scoperto internet: la Gelmini su youtube, Brunetta su Facebook... Non so se è un bene. Quando i politici arrivano da qualche parte pretendono sempre di assumere il controllo. Infatti il nostro Silvio ha già detto di voler intervenire per primo e dare l'esempio. Lo stesso Obama pare intenzionato a fare una battaglia contro gli hacker. Auguri, ma temo che si metta nei casini più che in Iraq.

Certo è che ormai tutti si devono adeguare. Di questi tempi non c'è politico a cui non venga chiesto il suo rapporto con il web. È successo anche stasera a Matteo Renzi, ospite della trasmissione Le invasioni barbariche. Abbiamo scoperto che il giovane candidato alle primare del Pd fiorentino è iscritto a tre gruppi Facebook (non so neanche se si dica così...). Insomma, il libro di Giuliano da Empoli, Obama. La politica nell'era di Facebook, deve essere ormai la bibbia dei politici nostrani.

Mi ha fatto un certo effetto vedere Renzi in tv. Abito a Firenze ormai da quindici anni e sono abituato a vederlo dappertutto. Si può dire che l'ho visto crescere. Colleghi a giurisprudenza, c'era un periodo che me lo ritrovavo sempre ovunque andassi. Era a tutti i convegni: in piazza San Marco, allo Stensen... Devo dire che ho capito subito che non doveva essere un semplice studentello universitario, malato come me di ogni occasione culturale da sfruttare. Si capiva subito che era intrallazzato con la politica. A Firenze tutti lo conoscono, e forse anche lui di vista mi riconosce, anche se ovviamente non ha la più pallida idea di chi io sia. Però se avessi voluto avrei potuto farmelo presentare da degli amici che per lavoro hanno che fare con lui. Non ne ho mai sentito l'esigenza, per la verità. Ho scritto che tutti lo conoscono. Devo aggiungere che fra tutti quelli che lo conoscono, in quindici anni, non ho ancora trovato uno a cui stia simpatico. In compenso, ho trovato tanti che me ne hanno detto di tutti i colori! Sembra anzi che quando si nomina Renzi, tutti facciano a gara a raccontare aneddoti spiacevoli su di lui, cercando di accreditarsi come fonti attendibili: "io lo conosco da quando andava a scuola", "io sono delle sue parti e in paese si sa..." . Quasi tutti si accalorano nel sottolinearne la spocchia: si va dalla macchina lasciata in doppia fila, al classico "lei non sa chi sono io", ecc.

Eppure non si può dire che stasera dalla Bignardi non sia stato brillante. Mi puzza un po' di Capezzone de' noantri. Però non lo conosco, perciò preferisco non giudicare. Certo, quanto a spocchia non mi sembra che gli altri candidati alle primarie siano da meno. Cioni, quello che è entrato nelle cronache nazionali per la storia dei lavavetri, non mi sembra molto sobrio. Se Renzi è Capezzone, Cioni è Mario Brega. Pistelli, invece me lo ricordo perché un tempo era sponsorizzato dall'istituto culturale dei gesuiti. Lo sentii parlare per la prima volta proprio allo Stensen: ricordo che diceva cose anche giuste ma non mi fece lo stesso una grande impressione. Mi sembrava un azzicu cumbintu, come si dice dalle mie parti. Ne ebbi conferma quando diventò parlamentare: una volta, passando in via Cavour in motorino (all'epoca si poteva) mi tagliò la strada un codazzo di tre autoblu con tanto di sirena che accostarono al marciapiede facendo stridere i freni. Dal sedile posteriore di una di esse scese appunto il Lapopardo, che constatai subito non doveva fare altro che telefonare. Pensai: "ammazza quante arie che si dà!" Uno che cita Dossetti o Milani dovrebbe essere più morigerato.

Per tornare ai politici nell'era di internet, prima delle Invasioni barbariche c'era Otto e mezzo. Ospite: Magdi Cristiano Allam. Come sapete ha fondato un nuovo partito. Se ne sentiva il bisogno. Il suo programma politico mi è sembrato un concentrato del pensiero papale senza l'accento tedesco. Ha detto che il suo partito si autofinanzia ma, sarò maligno io, sento puzza di Opus Dei lontano un miglio. Mentre gli altri si accapigliano per colonizzare Facebook, lui scende in campo con l'entusiasmo neofita del convertito, facendosi paladino del vecchio in sæcula sæculorum. Solo per questo suscita la mia attenzione. Vuoi vedere che questo inizia in sordina come la Lega tanti anni fa e poi prende voti davvero?

Madre Terra

Leggevo ieri che Obama sta chiamando nel suo staff numerosi esperti di ambiente, fra cui Steven Chu, premio Nobel per la Fisica nel 1997. Vuole che gli Stati Uniti diventino il primo paese per l'utilizzo delle energie rinnovabili.

Nel frattempo l'Italia si distingue in sede Ue per mettere i bastoni fra le ruote alle misure di riduzione di Co2, minacciando il veto. Per non farci mancare niente il nostro Presidente sfoggia un orologio con l'effige di Obama "per divertire i colleghi". Non è un caso se su 57 paesi siamo il 44esimo per emissione di Co2.

Alcuni link sull'argomento:

http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/11/Energia_ambiente_nomine_Obama_co_8_081211001.shtml

http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_11/berlusconi_orologio_obama_bruxelles_50311ba8-c782-11dd-a4b9-00144f02aabc.shtml

http://www.corriere.it/esteri/08_dicembre_11/premio_italia_clima_693292e2-c7bb-11dd-a4b9-00144f02aabc.shtml

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_dicembre_11/clima_disastri_foresta_martin_a7b656b4-c781-11dd-a4b9-00144f02aabc.shtml

Per non essere da meno, leggete anche questa notizia che riguarda la Sardegna:

http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_12/golf_ville_dune_is_arenas_luigi_offeddu_ed2fd454-c81c-11dd-a869-00144f02aabc.shtml

Meditate gente, meditate!

Caro Gesù Bambino...

... ti piace il cinema? In questi giorni nelle sale c'è un film, Torno a vivere da solo. Si tratta di una commedia di Jerry Calà. Il titolo riprende un suo vecchio film del 1982, Vado a vivere da solo. Ma sono due solitudini diverse: quella dell' '82 era un motto di libertà, di indipendenza; quella di oggi è la solitudine che ha dietro alle spalle un fallimento. Come cambiano le cose in trent'anni! Vai a vederlo, ma non credo che ci sia molto da ridere...

Hai capito perché gli italiani non arrivano alla terza settimana e ti chiedono un telefonino come regalo di Natale? Io si. Se vuoi te lo spiego. Sì perché anch'io, quando vedo i nokia della serie n-qualcosa, sono tentato di chiedertene uno in regalo. Dall'n73, che costa duecento e passa euro, si arriva agli n96 e 97, che costano cinque-seicento euro. Ora, a me basterebbe anche l'n73, ci mancherebbe...! Che me ne faccio? Nulla! Cellulari ne ho già due, e uno regalato lo scorso Natale! Hai ragione. Ma qui sta il punto! Non me ne faccio nulla, ma ne sono attratto non tanto per la bellezza dell'oggetto in sé, né perché sono schiavo del consumismo. Non credo di esserlo, ho altri difetti ma non questo. Sono stato abituato da piccolo alle rinunce, sebbene non mi sia mai mancato niente. Quindi, per una volta, lasciamo stare Marcuse e la sua lettura della società capitalista. Non me ne faccio nulla, non sono obnubilato dalla bellezza in sè, non voglio il nuovo a tutti i costi... Il fatto è che duecento euro sono più della metà del mio stipendio, quindi anche il più scarso di quei nokia sarebbe per me un lusso che non mi posso permettere. Proprio per questo, avercelo mi darebbe l'illusione di potermelo permettere. Ecco, è questo! Capisci? Pensa che droga potente! Che formidabile antidepressivo! Quel piccolo oggettino mi darebbe in un sol colpo l'illusione di potermelo permettere! Come se avessi chissà quale stipendio!

Se ci penso bene, è così anche per gli altri regali che ti chiederei. In questi giorni il mio pc ha avuto l'ennesimo attacco ed è entrato in coma. L'ho rianimato col defibrillatore ma non so quanto durerà ormai.... Come vedi, quasi tutti gli oggetti a cui penso sono al di sopra delle mie possibilità. Perciò li desidero, perché mi sembrerebbe di avere una sicurezza economica che non ho. Quindi, a Natale, non regalarmi nulla di quello che ti chiedo. Regalami, magari anche non subito, che so io...l'anno prossimo, di poter guardare le vetrine e dire: "Bello quello! Me lo compro! Anzi, no. Non me ne faccio nulla". Insomma, regalami di potermelo permettere. E vedrai che non lo comprerò.

Caro Gesù Bambino, ieri un ministro ha detto a un operaio in cassa integrazione a 750 euro al mese che prima di lui c'è chi, precario, ha perso il lavoro e non ha neanche quell'ammortizzatore sociale. Insomma, deve ritenersi fortunato! Poi ha detto che lui ha lavorato per quarant'anni, come dire che i soldi che guadagna ora se li è meritati. Gli hanno risposto che "anche noi vorremmo poter lavorare per quarant'anni!" Sai? Te lo confesso, ci sono caduto anch'io. Tempo fa quando sentivo gli operai lamentarsi perché guadagnavano 1100 euro al mese e non ce la facevano ad andare avanti, anch'io mi adiravo e gli dicevo "ma cosa volete? Io non riesco a mettere su neanche 500 euro e non ho i sindacati alle spalle!" Scusa. Ma, vedi, la povertà non rende più buoni. Al contrario, ci rende più egoisti. La famosa guerra tra poveri! Intendiamoci, essere povero non mi dispiace. Da qualche parte devo avere un quaderno in cui, tanti anni fa, ti scrissi un preghiera proprio per chiederti la povertà materiale, non "la miseria, che è uno scandalo ai tuoi occhi". Ero più giovane ma non masochista, né romantico. Lo scrissi con lucidità. Avevo capito che la povertà (non la miseria, ripeto) abitua a dare valore alle cose essenziali della vita, stimola la creatività, mantiene liberi. A dir la verità, mentre scrivevo pensavo a babbo che i primi giorni che era venuto a lavorare a Nuoro andava in trattoria e ordinava due uova, ma poi col suo lavoro è riuscito a costruirsi due case. Ecco, pensavo a una cosa del genere. Una povertà che alimenta la speranza nel futuro. Temo però che la povertà di questi giorni, non dico la mia (che questa speranza ce l'ho per fede), ma quella di tante persone, stia ammazzando proprio questa speranza. Pensare al futuro, immaginarlo, costruirlo, in queste condizioni è sempre più difficile. E chi ci dovrebbe aiutare, quelli che hanno responsabilità politiche e di governo, sembra proprio che non si rendano conto. D'altronde, come potrebbero? Loro la crisi non la sentono! Con un patrimonio di 9 miliardi di euro non la sentirei neanch'io! Con poco di meno, anch'io direi a chi si lamenta di rimboccarsi le maniche e non fare il "bamboccione". Non li invidio, sai? Sarò scemo ma continuo a preferire la povertà. E penso che la preferisca anche Tu, che sei nato in una dépendance di quelle casette palestinesi, dove si tenevano gli animali. Se la miseria è ai tuoi occhi uno scandalo, lo è anche la ricchezza. Non hai mai parlato di cammelli, ma a dei pescatori hai detto che è più facile che una gomena passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli. Chissà perché questa frase non spaventa mai i ricchi! Io, se lo fossi, sarei terrorizzato! Forse sono tutti calvinisti! Ad ogni modo, non ti dico di prendertela con loro, però guarda che ci sono milioni di poveri che quella frase la prendono sul serio! In questi giorni la Fao ha reso noto il numero delle persone sottonutrite: sono 963 milioni! Queste persone aspettano una nuova manna, vivono nella speranza di una ricompensa d'amore. Ecco, ho trovato...!
Caro Gesù Bambino, in questo Natale, non puoi regalarci un anticipo di questa ricompensa?

giovedì 11 dicembre 2008

Caro diario...

...come in un libro scritto male il mio pc si è ucciso per Natale!
In verità era malato da tempo, almeno un anno e mezzo. Io mi ostinavo però a farlo risuscitare con formattazioni sempre più difficili. L'accanimento terapeutico è servito a poco, e oggi temo che il mio asus se ne sia andato per sempre. La prima complicazione è giunta in mattinata, quando mi è partito in automatico l'aggiornamento di un non meglio precisato "service pack 3" (peste lo colga!) Io ho lasciato fare, visto che il precedente service pack 2 non mi aveva dato alcun problema. Mai l'avessi fatto! Prima, non mi si connette più a internet; allora lo riavvio e, disastro!, mi appare una schermata con lo sfondo del desktop ma senza le icone dei programmi! Non so come fare. Lo riavvio di nuovo, aspetto aspetto aspetto ed ecco che dopo dieci minuti le icone compaiono, ma di connettersi ad internet manco per niente. In compenso scopro tra le connessioni di rete un "Bridge di rete" che non avevo mai visto prima...

...mumble mumble...che questo "service pack 3" non sia un aggiornamento di microsoft ma un virus?

Per ora mi consolo con il bambino, il mio piccolo Eee Pc.

martedì 9 dicembre 2008

Che tempo che fa!

Dopo la salutare gita del ponte dell'Immacolata, torno al mondo leggendo i giornali. Leggo della Grecia: scontri degli studenti con la polizia, un ragazzo morto, scuole di ogni ordine e grado chiuse, in vista lo sciopero generale, il governo di destra incapace, la sinistra litigiosa e inesistente...

Cosa mi ricorda?...

All'università di Siena, Gianni Letta contestato: lanci di uova e pomodori al grido "Ciambellano! Buffone! Vergogna!"

Gasparri si lamenta della trasmissione faziosa di Fazio. Detto fatto: Villari, il vigilante, apre un'inchiesta su "Che tempo che fa".

Il Presidente del Censis, Giuseppe De Rita, spiega all'Unità, noto giornale menagramo, che a soffiare sul fuoco della crisi si genera solo rassegnazione, non reazione. Travaglio, per tutta risposta, sulle stesse colonne ricorda come la questione morale ci sia a destra come a sinistra, nessuno escluso; a parte, sino a prova contraria, l'Idv, che infatti, sondaggio odierno di Repubblica, sale nei consensi a scapito del sempre più inquisito Pd (vedi casi di Napoli e Firenze).

A proposito di rassegnazione... Ieri, di rientro dalla gita, faccio la bella esperienza del disservizio Trenitalia, potenziato per il ponte festivo. Treni stracolmi, gomitate per entrare, lotte all'ultimo sangue per un posto in piedi. L'ultima parte del mio viaggio di ritorno, da Bologna a Firenze, la faccio in eurostar. Quello più bello: la "Freccia Rossa". Entro tranquillo, non perché ho il posto prenotato, ma perché ho il non-posto garantito. Sul mio biglietto c'è scritto, appunto: "posto non garantito". Ma, un tempo non era vietato viaggiare in piedi sull'eurostar? Mi sistemo nel vagone bar. Trovo un cantuccio dove posso aggrapparmi al tavolino. Mi sembra di aver avuto una buona idea. In un attimo ne ho la conferma: mi raggiungono tutti. Sembra il 14 nell'ora di punta, solo che non ci sono le maniglie per aggrapparsi. "Pazienza, in fondo è solo un'ora", mi dico. Riesco quasi a convincermi, ma arriva un cameriere con la divisa di Trenitalia che fa lo spiritosone: "meno male che c'è la crisi...!" Ecco, ha rovinato tutto! Con quelle poche parole prosciuga la mia pazienza. Ci manca solo che ci facciano sentire in colpa per essere usciti di casa! Così, penso al biglietto che mi è costato 17 euro, alla schiena curva, alla testa che con gli scossoni del treno sbatte sul finestrino, ai milioni di euro che i vari amministratori delegati delle Ferrovie dello Stato hanno rubato nel corso degli anni... Mi soffermo soprattutto su questi ultimi. Sento crescermi la coda e dentro di me ringhio orribilmente. Provo una diabolica soddisfazione a figurarmi sulla porta dell'Inferno: di fronte a me l'anima mal nata tutta si confessa, ed io, conoscitor de le peccata, mi cingo della coda tante volte quante voglio che quell'anima mal nata sia giù messa. Per gli amministratori di Trenitalia e per i politici compiacenti la mia coda gira, gira, gira... Però vedo anche le persone intorno a me. Nessuno che abbia sviluppato una coda come la mia. Nassuno che raccolga le firme per una class action contro le Ferrovie (anche perché qui in Italia non si può!). Tutti tranquilli. C'è chi legge, chi ascolta l'i-pod, chi riesce perfino a consumare qualcosa al bar. I più rassegnati mi sembrano, ma forse è solo un'impressione, i napoletani. Sì, perché il treno è diretto a Napoli. Li sento telefonare per dire che arriveranno a casa fra tre ore e mezza, salvo ritardi. Uno di loro riesce anche a scherzare con l'amico che è rimasto incastrato poco più in là, mentre lui ha trovato un angolo dove oltre al tavolino c'è anche un ripiano che può fungere da sgabello: "Anto', qui è tutta prima classe!" Non posso non pensare che loro a Napoli sono allenati a sopportare di peggio, quindi hanno sviluppato una pazienza maggiore al disagio. Il punto è che non sono sicuro che sia un bene. Mi chiedo se questa rassegnazione non sia il male peggiore che ci affligge. Noi italiani, intendo.

Mi chiedo anche cosa succederà il giorno che capiremo di non doverci rassegnare, o che finiremo la riserva di pazienza. Allora ripenso alla notizia di oggi sulle contestazioni di Siena, ci aggiungo quell'altra sulle 2500 persone in più che a Bologna ricorrono ai servizi sociali e alle mense della caritas, tutte della ex media borghesia, e mi chiedo se non stia già succedendo... Se la pentola non stia velocemente arrivando all'ebollizione.
Ripenso alla Grecia, a quanto è vicina all'Italia.

P.S. ...dove sono stato? Qui:





venerdì 5 dicembre 2008

La sinistra lasci la tv e torni in piazza!




Aggiungo solo due cose. Fra chi guarda l'Isola c'è, ovviamente, chi è perfettamente cosciente del carattere di evasione pura e semplice del programma, ma si tratta di telespettatori con gli anticorpi (ironia, cultura...). Non tutti li hanno. Anzi, temo siano una minoranza (il mio è snobismo di sinistra?...spero di no!).
Seconda cosa: l'ultimo comizio che ho sentito a Firenze, in piazza della Repubblica, tanti anni fa, è stato fatto da Umberto Bossi. Non è un caso. La Lega vince perché è radicata sul territorio, e ha costruito così il suo radicamento. La piazza non è la stessa cosa della Fortezza nella festa del Pd: in piazza ci sono tutti, sia i sostenitori che gli avversari. In piazza ci sono gli applausi e i fischi.

mercoledì 3 dicembre 2008

Caro diario...(bisogna stare accorti ed essere ottimisti!)

...in una scena del fim La scuola di Daniele Luchetti, il professore di lettere, interpretato da Silvio Orlando, commentava la prodezza dei propri studenti in gita, che erano riusciti a lasciare impronte di scarpe addirittura sul soffitto dell'albergo, asserendo che i suoi ragazzi erano capaci di fare qualunque cosa. I miei studenti non sono da meno. Oggi una mia alunna ha comunicato all'insegnante di educazione fisica che non serviva più ordinarle le scarpette nuove perché aveva ritrovato quelle che credeva perdute: le aveva lasciate dentro...la pianola.
In autobus è salito un matto. Ogni tanto riemergeva dal suo acquario per chiederci: si vendicano? Volevo dirgli: speriamo di no! Ma lui mi ha anticipato. Mi ha guardato e mi ha detto: bisogna stare accorti!
"Forbes" ha stimato il patrimonio di Berlusconi pari a 9 miliardi di euro. Il mio a quanto ammonterà? A niente, penso. Ma non ci lamentiamo, per carità. Ieri sono andato al cinema. In prima fila c'era un signore anziano che dormiva. Un barbone, credo. Lui sta peggio di me. Avrei dovuto svegliarlo e dirgli di essere ottimista e di andare a consumare, per rilanciare l'economia. Magari potevamo fare shopping insieme, che so, alla Standa, o in libreria...del resto al cinema c'eravamo già...ma a chi vanno i nostri soldi?...la Standa, Mondadori, che controlla Einaudi, Mursia, Salani...Medusa...dài che se ci impegnamo lo facciamo arrivare a 10 miliardi, barbùn!
Stasera su rai 2 c'era Voyager. Parlavano della profezia di Malachia sui papi. Mi sbagliavo. A quanto pare è stato inutile contare i tondi di S. Paolo fuori le Mura. Dice che la profezia si ferma a Benedetto XVI! Com'è che non sono preoccupato?...è più facile che una gomena passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli...già! Lo vedi che dobbiamo essere ottimisti, barbùn!

Elio e le Storie Tese - Parco Sempione

Elio e le storie tese hanno rifiutato l'Ambrogino d'Oro, rispondendo così all'invito ufficiale del Comune di Milano alla cerimonia di premiazione:
«Abbiamo ricevuto il vostro invito alla cerimonia per la consegna dell'attestato di Benemerenza civica in data 7 dicembre 2008. Desideriamo in primo luogo ringraziare chi ha proposto il nostro nome. Vi comunichiamo altresì che non intendiamo accettare la Benemerenza, poichè siamo in disaccordo con la vostra decisione di non assegnare l'Ambrogino d'Oro a Enzo Biagi e la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano, come riportato dai principali organi di stampa. Come abbiamo fatto in questi vent'anni continueremo a rappresentare al meglio Milano, la città in cui siamo nati, viviamo e lavoriamo; che amiamo profondamente e che, proprio per questo, vorremmo vedere meglio trattata e rappresentata dalla sua amministrazione comunale».

martedì 2 dicembre 2008

La banda dei cinque

ma perché la rai non lo trasmette più? è l'unico!

lunedì 1 dicembre 2008

Caro diario...

come sai sono un portatore sano di dubbio, ma questo non significa che non abbia delle certezze: per esempio non posso convivere con chi guarda Mtv mentre io voglio vedere L'infedele, o continua a buttare cose nella busta della spazzatura ormai traboccante, perché è troppo per lui chiuderla e metterne un'altra, o mi chiede cosa si usa per lavare in terra (il detersivo per i pavimenti? Gliela butto lì...)

Visto che ti piacciono le storie di scuola, sappi che oggi la suor preside è entrata in classe per redarguire i ragazzi per le continue bestemmie, minacciandoli di un quattro in condotta. Quando è uscita ho rincarato la dose ma poi non ce l'ho fatta a trattenermi dal far loro notare che una scuola cattolica di suore non è proprio il luogo più adatto per bestemmiare.

Restando in argomento... Il Vaticano si oppone alla proposta francese all'Onu di
depenalizzare l'omosessualità nei Paesi in cui è considerata reato. Padre Lombardi, il gesuita portavoce della Santa Sede, ha chiarito che quei Paesi sono pochissimi, quasi tutti musulmani, e che non si vuole discriminare gli omosessuali ma si temono gli effetti politici, di pressione sui Paesi che non riconoscono il matrimonio tra gay. A parte che non capisco il nesso tra le due cose...ho l'impressione che se le autorità ecclesiastiche continueranno a mescolare la fede con la morale, prima o poi una risata le sepellirà entrambe. I segnali già ci sono. Mi riferisco ai bambini suddetti.

Sulla mia homepage di igoogle leggo questa barzelletta:

Supponiamo di avere 2 vacche: ecco alcune interpretazioni politiche della situazione...

SOCIALISMO:
Hai 2 vacche.
Il tuo vicino ti aiuta ad occupartene e tu dividi il latte con lui.

COMUNISMO:
Hai 2 vacche.
Il governo te le prende e ti fornisce il latte secondo i tuoi bisogni.

FASCISMO:
Hai 2 vacche.
Il governo te le prende e ti vende il latte.

NAZISMO:
Hai 2 vacche.
Il governo prende la vacca bianca e uccide quella nera.

DITTATURA:
Hai 2 vacche.
La polizia te le confisca e ti fucila.

FEUDALESIMO:
Hai 2 vacche.
Il feudatario prende la metà del latte.

DEMOCRAZIA:
Hai 2 vacche.
Si vota per decidere a chi spetta il latte.

DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA:
Hai 2 vacche.
Si vota per chi eleggerà la persona che deciderà a chi spetta il latte.

ANARCHIA:
Hai 2 vacche.
Lasci che si organizzino in auto gestione.

CAPITALISMO:
Hai 2 vacche.
Ne vendi una per comperare un toro ed avere dei vitelli con cui iniziare un allevamento.

CAPITALISMO SELVAGGIO:
Hai 2 vacche.
Fai macellare la prima e obblighi la seconda a produrre tanto latte come 4 vacche.
Alla fine licenzi l`operaio che se ne occupava accusandolo di aver lasciato morire la vacca di sfinimento.

CAPITALISMO ITALIANO POSTMODERNO:
Hai 2 vacche.
Ne vendi 3 alla tua società quotata in borsa utilizzando lettere di credito aperte da tuo fratello sulla tua banca.
Poi fai uno scambio delle lettere di credito con una partecipazione in una società soggetta ad offerta pubblica e nell`operazione guadagni 4 vacche, beneficiando anche di un abbattimento fiscale per il possesso di 5 vacche.
I diritti sulla produzione del latte di 6 vacche vengono trasferiti da un intermediario panamense sul conto di una società con sede alle Isole Caiman posseduta clandestinamente da un azionista che rivende alla tua società i diritti sulla produzione del latte di 7 vacche.
Nei libri contabili di questa società figurano 8 ruminanti, con l`opzione d`acquisto per un ulteriore animale.
Nel frattempo hai abbattuto le 2 vacche perché sporcano e puzzano.
Quando stanno per beccarti diventi Presidente ......

Bellina, vero? Ultima cosa: Fabrizio Del Dongo ha ucciso Giletti a coltellate.
Ora, va bene che come presentatore non era un granché, ma la reazione mi è sembrata francamente eccessiva!

giovedì 27 novembre 2008

senzatetto: l'indecenza della povertà



Oggi La Repubblica pubblica un'inchiesta sui senzatetto di Bologna: http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/senzatetto/senzatetto/senzatetto.html Qualche giorno fa la notizia del clochard di Rimini bruciato vivo sulla panchina, per il divertimento di quattro ragazzotti annoiati. Ieri ho letto che a Firenze il nuovo regolamento di polizia municipale vieta di dormire per strada «in forma palesemente indecente o occupando, con sacchetti o apparecchiature, il suolo pubblico». Le associazioni di volontariato che assistono i senzatetto denunciano che da quando c'è questo regolamento i vigili comminano 160 euro di multa a questi poveri "indecenti" e gli sequestrano le coperte. È la parabola del buon Samaritano al contrario.

mercoledì 26 novembre 2008

Gita a Roma

Mi sono offerto volontario. Quando la preside me l'ha proposto, non c'ho pensato un attimo. L'anno paolino, bimillenario della nascita, gita alla basilica di San Paolo fuori le Mura. Sono stato tante volte a Roma ma non ho mai avuto occasione di visitare la seconda basilica più grande del mondo, dopo San Pietro. Quando ho accettato di partecipare, più di un mese fa, ho immaginato una giornata di sole e chiacchiere con i miei colleghi. La settimana scorsa, quando ho confermato la mia presenza, sono stato messo di fronte a una realtà diversa. I miei colleghi si erano defilati. Sarei stato da solo, con la suora.

Va be', pazienza, mi sono detto. Il lavoro è lavoro. Comunque è sempre una gita a Roma, mica la guerra in Iraq! Intanto, però, da giorni evito di parlare con me stesso. Lo faccio d'istinto. Solo ora capisco che è una difesa psicologica. Andare a Roma non può essere per me solo una gita. Lì ho lasciato tutte le mie lacrime, che sono ancora umide. Ho lasciato anche i bei ricordi: quello della gita con babbo e mamma, da piccoli; quello della gita in quinta elementare. Ma anche i bei ricordi è meglio lasciarli dove sono. Se penso alla prima volta, penso a babbo che correva sulle strade in salita della capitale, con 50 gradi all'ombra, e noi che non gli stavamo dietro. O quando pretendeva di leggere tutta la guida Michelin di fronte ad ogni monumento...che palle! Oppure ricordo il temporale. Il più forte che avessi mai sentito in vita mia. Svegliato nel cuore della notte, ricordo di aver pensato (giuro) a dei bombardamenti, alla terza guerra mondiale. Ma nell'altra stanza dormivano i miei genitori, non avevo nulla da temere. Della gita di quinta elementare ricordo poco, comunque sempre cose allegre.

Si, meglio lasciar perdere i ricordi. Meglio non ricordare niente. Perciò non mi parlo. Il mio io mi metterebbe di fronte tutto: le cose belle, ma soprattutto le cose brutte. Mi costringerebbe a fare i conti con me stesso. Perciò continuo a fare finta che sia solo una gita. Sarà dura, ma ci provo. Tutti quei simboli della fede che mi troverò di fronte saranno un altro banco di prova non indifferente. Richiameranno tutti i miei dubbi. Sono solo monumenti, mi dico. Opere d'arte. San Paolo lo metto tra parentesi.

Piove. Anzi, diluvia. Sono le sei e trenta del mattino e sono alla fermata dell'autobus, diretto in via Faentina, dove c'è l'istituto fiorentino delle suore, consorelle di quelle di Campi per cui lavoro. Ho sonno. La colazione l'ho ingurgitata in fretta per paura di fare tardi. È ancora buio. Dentro di me è buio già da qualche giorno. Arrivo. Mi presento alla collega di Firenze e alla suora, preside della scuola. Tra un po' arriverà il pullman da Campi con i miei alunni e la mia preside. Per fortuna è mattina presto anche per gli altri, perciò si può evitare di sorridere con la scusa della sonnolenza. In realtà, in superficie sono tranquillo, sereno come un professore in gita. Dentro non mi può vedere nessuno. Non ci guardo nemmeno io. Certo che lo scenario è cambiato rispetto a come me l'ero immaginato: niente colleghi con cui parlare e pioggia battente. Va be'...non ci lamentiamo.

Partiti.
Dopo un po' suor M. (predide di Firenze) prende il microfono:
- Facciamo la preghiera.
Studenti in coro:
- NOOOOOOOO!!!
S. M.: - Ragazzi stiamo andando a Roma...
Studente 1: - ...per divertirci!
Studente 2: - ...e per fumare.
Mentre suor M. continua a parlare del nostro viaggio che non è solo una gita, ma anche un percorso spirituale sulle orme di San Paolo, Studentessa 1: - Che palle! Io è da cinque anni che non mi confesso!; studentessa 2: - Grande! Anch'io!
Intanto la suora, imperterrita, ha iniziato la preghiera dal Padre Nostro. Suor M.: - Diciamo anche un'Ave Maria, perché la Madonna faccia finire la pioggia e ci dia il sole.
Sorrido sotto i baffi. Diluvia. Prima di partire ho guardato le previsioni su Roma: sono previsti forti temporali. Perciò, anche se mi pesa un po', ho portato con me l'ombrello buono, non l'ombrellino dei vucumprà o dei cinesi, che al primo colpo di vento si distrugge.

Naturalmente, neanche all'altezza dello svincolo per Siena, si apre il cielo e splende il sole. I ragazzi chiudono le tendine. Le suorine extracomunitarie di fronte a me si girano. Sorriso a trentadue denti: - Ha visto professore? Abbiamo pregato la Madonna e c'è il sole! Da lì a poco passa suor F., la mia preside. Si dirige verso il fondo per riprendere i ragazzi in piccionaia che fanno casino. Nel passare, però, distoglie momentaneamente lo sguardo da loro e lo rivolge alle consorelle che stanno di fronte a me. Il viso corrucciato lascia per un attimo il posto a un sorriso di trionfo: - Visto? Il sole! Detto senza nessuna meraviglia, come fosse normale. Tutte le volte mi lascio sorprendere dalla determinazione delle suore. Sono capaci di tutto, anche di cambiare il tempo. Comunque a Roma pioverà, questo è certo.

Sono seduto in fondo, a ridosso della piccionaia. Qui è tutto uno scambiarsi canzoni col bluetooth. Sono esposto a miliardi di radiazioni. E al cicaleccio. Esempio (al netto delle parolacce), studentessa 1 (età 15 anni): - No! Non ti farei toccare le tette neanche se fossi Gianluca di quarta!

Dopo la sosta in autogrill per la colazione, risaliti sul pullman, suor M. mette il dvd sulla vita di San Paolo. Proteste varie.
Studenti in coro: - Non si può vedere qualcos'altro?
Suor M.: - No. Ve lo sorbite tutto e zitti.
Studente: - Suor M.? Poi ci lascia dieci minuti liberi?
Suor M.: - No.
Il film scorre velocemente. San Paolo è sulla strada di Damasco. Effetti speciali da quattro soldi lo mostrano ora con gli occhi bianchi. Studente 1: - L'ha accecato davvero?; studente 2: - Ecché lo so, io?

Roma, finalmente! Studente 1: - Quanto è brutta Roma! Che schifo! Prima tappa: la basilica delle Tre fontane, dove San Paolo è stato incarcerato e, secondo la laggenda, battendo con un bastone in terra per tre volte ha fatto zampillare l'acqua. Miracolosa, naturalmente. Prima di scendere dal pullman, suor M. prende di nuovo il microfono: - Lasciate gli zaini col pranzo. Prendete solo le cose per le vostre esigenze...intime. Studente, a voce alta: - ...Gli assorbenti.
Nella chiesa del martirio di San Paolo, suor F. ha organizzato un momento di preghiera. In particolare, ha ideato una scenetta. Un'"intervista a San Paolo". Tre studenti leggono da un foglio. Due fanno le domande e un altro, che interpreta San Paolo, risponde.
All'uscita della chiesa, c'è un libro per le firme dei visitatori. Tutti gli studenti si fiondano in massa. Li lascio fare ma poi mi viene un dubbio e mi avvicino per vedere che non scrivano scemenze. Non si sa mai. Per fortuna stanno solo firmando. Qualcuno ha scritto "ti amo" a non si sa chi. San Paolo ha scritto Zlatan (Ibrahimovic, giocatore dell'Inter: il suo dio, evidentemente). Per restare in tema, fuori dalla chiesa c'è una statua di San Benedetto a braccia aperte in segno di accoglienza e benedizione. Anche in questo caso gli studenti lo riconoscono: - ZLATAN!!! E si affrettano a scattarsi la foto sotto la statua. Ibrahimovic, per chi non lo sapesse, dopo il gol esulta aprendo le braccia.

Pranzo al sacco in una parrocchia che ci mette a disposizione i locali dell'oratorio. Poi, finalmente, San Paolo fuori le Mura. Bellissima. Mentre i pargoli si accalcano sulle bancarelle prospicienti la chiesa, io ammiro il colonnato imponente. All'interno, la meraviglia del soffitto a cassettoni e dei mosaici mi lascia senza fiato. Le enormi statue di San Paolo e di San Pietro mi colpiscono per la loro potenza. Quella spada di San Paolo mi trafigge davvero. Vorrei essere solo. In fondo lo sono in questi momenti, ma immagino lo stesso di poterlo essere davvero, per poter meditare in pace. Come ne avrei bisogno! La curiosità più turistica sono i mosaici tondi di tutti i papi della storia. Quello di Benedetto XVI è illuminato. Faccio subito peccato pensando quanto ne sarà stata appagata la vanità dell'attuale pontefice. Alcuni tondi sono vuoti, destinati ai futuri successori di Pietro. Dice la leggenda che un certo Malachia, intorno al Mille, avesse profetizzato che una volta riempiti tutti i tondi sarebbe finito il mondo. Don E. (il parroco della chiesa che ci ha ospitato per il pranzo) ne conta sette. Dunque la fine del mondo non è lontana, appena sette generazioni. Poi però, mentre don E. sta già annacquando la cosa, dicendo che la fine del mondo implica la parusia e quindi è un evento lieto, io mi faccio un giro e conto altri dieci tondi oltre a quei sette. La parusia sarà anche un evento lieto, ma mi conforta sapere che sono diciassette e non sette i tondi che restano da riempire. Chissà perché poi, visto che in entrambi i casi sarò morto da un pezzo. Alle quattro celebreremo la messa. Siccome la cappella non ce la aprono prima delle quattro e sono ancora le tre, usciamo e facciamo un altro giro fuori, lasciando i ragazzi liberi di sfogarsi prendendo di nuovo d'assalto le bancarelle. Prima di rientrare, don E. la butta lì: - Chi si confessa? Nessuno risponde. Io mi distraggo perché un mio alunno, che ha appena comprato la sciarpa dell'Inter, sta prendendo in giro una zingara che gli chiede l'elemosina: - Se dici "Forza Inter" te li do. Dai, dillo! Dillo! Intervengo, lo trovo insopportabile: - Ehi, tu! La smetti di prenderla in giro? Don E., che era distratto, si accorge della scena, ma anzi che darmi aiuto contro il ragazzino, caccia via la zingara. Suor F. gli dà manforte: - Sono sempre a chiedere, ci vorrebbe la Banca d'Italia! Lei però, prima, l'elemosina gliel'ha data, l'ho visto io. Poi don E. riapre il sorriso e insiste: - Allora, chi si confessa? Dai Forza Inter, vieni tu! Forza Inter va. I due si appartano dal gruppo. Non più di dieci passi. Durata della confessione: pochi secondi. Mi incuriosisco e comincio a cronometrare mentalmente le altre: 36 secondi, 37, 35, 49. Tutte sotto il minuto. Poco più tardi, di fronte alle macchinette del caffè della basilica (si, proprio così. Sono all'ingresso), apostrofo don E.: - Le confessioni più brevi della storia! Un attimo dopo averlo detto mi rendo conto di essere stato impertinente. Lui accusa il colpo, ma si riprende subito. Mi guarda, serio ma sereno, e inizia un pistolotto sulla pedagogia salesiana. Ha l'entusiasmo del giovane sacerdote: - Bisogna avvicinarli con il loro linguaggio, non con il nostro...ecc. ecc. Mi convince. Ha ragione lui. Chissà se Forza Inter ha avuto il tempo di confessare di aver preso in giro una poveraccia.

A messa, mi metto in ultimo banco. Davanti a me, i miei studenti peggiori ridono tutto il tempo e quando cantano imitano la suora. E ridono, ridono... Quanto ridono!
Finita la messa, torniamo a casa. Finalmente! Sul pullman, le ienette sfogano le loro ultime energie, triturando i cosiddetti a noi responsabili e all'autista. Dico solo che a un certo punto la collega di Firenze è tornata dalla piccionaia con una scarpa da tennis. Collega alla suora: - Questa l'ho sequestrata. Se la stavano tirando. Dal fondo: - Suora posso riavere la mia scarpa?
In prossimità di Firenze, le due suore si confrontano. Suor M.: - In fondo sono stati bravi. Suor F.: - Si, poverini. Per loro è stata una giornata pesante!

P.S. Dimenticavo... A Roma neanche una goccia di pioggia.

domenica 23 novembre 2008

Continuando a leggere La Certosa di Parma...


"[...] ma in realtà non ho nemici, io...Anzi, che dico!" si disse d'un tratto, "uno ce l'ho: è Giletti... Ma guarda che strano! Il piacere di mandare alla malora quell'orribile ceffo sopravvive alla leggerissima attrazione che avevo per la Marietta... [...]"

Post scriptum

Aggiungo ancora qualcosa, sebbene forse l'argomento non sarebbe di per sé meritevole di tante attenzioni. Il fatto è che rileggendo il post precedente non vorrei che la mia ironia mi avesse portato a formulare un giudizio troppo severo. In realtà, finché non è venuto fuori il Berlusca, le argomentazioni del ministro erano tutt'altro che irragionevoli. Sono in disaccordo con i provvedimenti presi per esempio in materia di prostituzione (ma, in fondo, sono quelli classici della destra, perciò non c'è da meravigliarsi; e se gli italiani li hanno votati vuol dire che condividono i provvedimenti che prendono...), però ho colto una sincera passione politica del ministro per gli argomenti della tutela dei minori e delle donne. Mi sembra giusto riconoscerlo. Semmai mi faceva tenerezza il suo atteggiamento "impalato" e teso, come una studentessa universitaria che sta sostenendo un esame. Povera, ha 32 anni! E subisce pressioni non indifferenti in un ambiente di squali (ma lei si difende bene, da "squaletta").



La mia solidarietà (ripeto: non condivisione politica) si è però interrotta nel momento in cui è venuto fuori il discorso su Napoli, Berlusconi, conflitto d'interessi, ecc. Lì ho percepito quello che poco dopo ha sottolineato anche Luisa Ranieri: un indottrinamento ideologico che ha fatto perdere completamente al ministro la sua obiettività. Non è riuscita nemmeno a dire un difetto del Premier! Continuava a dire: "ne ha tanti", ma poi non è riuscita ad andare oltre al fatto che si tinge i capelli. Anche questo è tipico della destra. A sinistra c'è il problema contrario: provate a pensare se si chiedesse ad un esponente della sinistra un difetto di Veltroni... Farebbe un elenco di tre pagine!

Però, due cose, ministro se le lasci dire: 1) Boldi non fa ridere. 2) Obama è laureato ad Harvard (perciò fly down, please)!

sabato 22 novembre 2008

Lodi lodi lodi dal Comitato alla signorina Carfagna!

L'avete vista ieri l'"intervista barbarica" alla Carfagna? Bella lei! Viso stupendo, pettinatura, gonna, calze e scarpe perfette! Peccato solo per quella magrezza che giustamente ha impensierito il Silvio-buon padre di famiglia. Anche io la ricordavo florida e ben tornita...e aveva tutta la mia stima! :-)

L'altro giorno l'ho difesa a "spalla tratta", come diceva il prof. di mia sorella. In effetti, sebbene il neologismo del Guzzanti padre ("mignottocrazia") sia stato geniale, non trovo giusto che questa povera figliuola debba essere tacciata di facili costumi solo perché ha un passato da valletta. Infondo, ha una laurea in giurisprudenza (Veltroni un diploma dell'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato, per intenderci)! E poi, voglio dire, mica è colpa sua se il capo dei capi ha un debole per le belle donne! Il Buon Silvio mi ricorda quegli attori che quando gli chiedono com'è che ha iniziato a recitare rispodono che da ragazzi erano timidi e sapevano che al corso di recitazione avrebbero trovato tante belle ragazze, e che magari ci sarebbe scappato qualche bacio, anche solo per finzione scenica. Ecco, a volte ho l'impressione che il Silvio nazionale abbia messo su la televisione privata per conoscere le ballerine... Come biasimarlo! L'avrei fatto anch'io! L'avrebbe fatto ogni maschietto italiano che si rispetti. Silvio è l'arci-italiano! Per questo è così simpatico. È come un personaggio di Alberto Sordi...ce lo meritiamo.
A parte gli scherzi, lo dico senza ironia, la Carfagna ha una laurea in giurisprudenza e ben mi ricordo quanto era difficile passare gli esami di diritto, perciò io ho sempre pensato che vada giudicata senza pregiudizi per quello che fa come ministro, non per quello che ha fatto come valletta. E le chiacchiere maligne delle malelingue mi sembrano figlie di un bieco maschilismo (del tipo peggiore, quello delle donne gelose). Infondo non è più ridicola della Pivetti che sgambetta in tv!
Ieri però la Maraministra mi ha fatto proprio arrabbiare. Ero lì che mi concentravo sulle inquadrature feticiste del regista delle "Invasioni barbariche", e lei continuamente mi distraeva con quel fiume ininterrotto di corbellerie. Ero lì che ammiravo la calza velata e la scarpa col tacco, e lei mi deconcentrava con frasi del tipo: "...ha risolto il problema dei rifiuti in Campania!..."
Ma come si fa a dire una cosa del genere? Basta andare su you tube, digitare emergenza rifiuti a Napoli, e ti compaiono centinaia di video delle periferie di Napoli sommerse da spazzatura! Stamattina ne cercavo uno da postare qui sul blog, ma sono talmente tanti che non sapevo quale scegliere e allora mi sono detto "sai che c'è? Se li sceglieranno loro...!" Poi mi sono venute in mente un sacco di cose...l'intervista dell'altro giorno a Cannavaro, nel passaggio in cui affermava candidamente che a Napoli la spazzatura è stata tolta solo dal centro; o un servizio in tv (purtroppo non ricordo in che programma) che mostrava i sotterranei di Napoli, pieni di rifiuti vecchi addirittura di secoli! Meno male che poco dopo la Bignardi ha intervistato la napoletana Luisa Ranieri che ha ribadito come la spazzatura a Napoli c'è ancora. Solo che, magari, in alcune vie è stata messa sotto il tappeto.
Ma tornando alla b...uona Mara. Io ero lì, perso nei ricordi delle sue forme generose, e lei a dire "...ha risolto il problema della sicurezza in Italia!..." EEEHHHHH???????!!!!!!!!!!! Ma perché nessuno le fa un pernacchione? Il pubblico in studio era ammutolito. Forse era allibito. RISOLTO IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA IN ITALIA???!!! Le carceri sono più piene che prima dell'indulto mastelliano, gli sbarchi dei clandestini triplicati, la camorra (e lei che è di Salerno dovrebbe saperlo) ammazza a scadenza quasi quotidiana...MA CHE C..CHIO DICE!!!!!!!!!! La Bignardi cerca di farla ragionare almeno sul conflitto d'interessi. Macché! Non esiste, e se esiste ci sono cose ben più gravi: es. Rai Tre. Basta. Ha rovinato tutto. Non ce la faccio più. Non riesco più a sentirla. Neanche il ricordo della sua mitica intervista al povero ufficiale riesce a rivitalizzarmi. Sono morto. Anche la Bignardi lo è. Per la prima volta, miss Sotuttoio, è rimasta senza parole. Non controbatte, passa ad altro. La Carfagna è in pieno delirio proberlusconiano. Però un po' la Bignardi mi fa rabbia. Non riesce a dire alla povera ministra che il conflitto di interessi va al di là di Emilio Fede. Va al di là delle tre televisioni stesse! E comunque, stando al gioco di quello che le tv dicono o non dicono... Sarebbe bastato prepararsi uno di quei video che dicevo, uno di quelli girati da un napoletano con la videocamera per le strade periferiche di Napoli e dintorni, ricoperte di spazzatura, e farlo vedere alla ministra. Poi chiederle come mai Striscia la notizia o le Iene hanno parlato dell'emergenza rifiuti a Napoli ma non sono mai andati a verificare se davvero è stata risolta o no. Sono tanto cattivi, ma quando si tratta di Berlusconi al massimo parlano dei capelli o del tacco rialzato. Infine, dopo tutto questo, bisognava mostrare alla ministra questo video del tg5:


venerdì 21 novembre 2008

Chi cerca un lavoro (in Italia)...trova gli amici!

Qualche mese fa mi era stato segnalato un concorso per custode di museo. Sessanta posti! Stavo per compilare il modulo, poi ho rinunciato perché tanto non sarei riuscito a farlo combaciare con la scuola e, come si dice, meglio un uovo oggi... So che tante persone dell'università che conosco lo faranno ma pazienza.

Comunque sto sempre con le orecchie dritte, nel caso capiti qualche occasione. Così ecco che Alessandro, il mio coinquilino, pochi giorni fa mi segnala un altro lavoro: 200 euro al giorno (o giù di lì) per cinque giorni per fare il guardiano non so bene dove. Declino subito l'offerta perché il lunedì e il mercoledì sono a scuola e non mi va di fingermi malato. Poi non mi ci vedo a fare il buttafuori, non ho proprio il fisico. Perciò rifiuto ma non fanno altrettanto gli altri due miei coinquilini. Ci sono poi altri amici che sono stati cooptati.

Dopo il primo giorno di lavoro, Alessandro e gli altri mi raccontano com'è andata. Non si trattava di fare i buttafuori ma di controllare i candidati ad un concorso pubblico, perché non copiassero. Ventimila persone per sessanta posti.

Avete già capito. Era il concorso per custode di museo. La cosa buffa è che, facendo il conto, fra candidati e vigilanti, se fossi andato anch'io sarei stato tra amici!

Ma poi, a ben vedere, buffo non tanto. Se tutti, con la laurea in tasca, ci siamo buttati a pesce sullo stesso concorso, chi per partecipare chi per controllare, vuol dire che siamo messi proprio male.

giovedì 20 novembre 2008

Le comiche



Mentre Piroso su La7 ha ormai svelato l'arcano del pizzino, confermando lo sputtanamento di Latorre e del suo "partito poco democratico", ecco che il buon Villari, da bravo mastelliano-rutelliano, non si dimette se non quando lo vuole lui. Così addio Zavoli. C'eravamo illusi troppo presto. Tutta la vicenda dovrebbe suonare ridicola, e così sarà agli occhi del mondo, ma non qui in Italia, dove a nessuno importa un fico del conflitto d'interessi, figurarsi della "commissione di vigilanza che non vigila". Alla fine della fiera il tutto per ora dimostra che Veltroni ha l'autorevolezza di un pesce lesso. Un leader dell'opposizione come si deve avrebbe difeso Orlando fino alla morte, anziché fargli le scarpe sotto banco. Magari espellendo Latorre, prima di Villari, per slealtà verso l'alleato. Oppure, se lo credeva opportuno, doveva rompere con Di Pietro in maniera chiara da prima, in modo da non creare questa situazione imbarazzante per il Pd, e candidare da subito Zavoli.

martedì 18 novembre 2008

Voleva un gatto nero...e l'ha avuto!

2008-11-18
PROSTITUZIONE: CANTAVA 'VOLEVO UN GATTO NERO', ORA RISCHIA 4 ANNI

LECCE - Rischia una condanna a quattro anni di reclusione la donna che nel 1969 cantò allo Zecchino d'Oro l'indimenticata 'Volevo un gatto nero'. Per Vincenza Pastorelli, questo il nome della cantante salentina che oggi ha 42 anni, la procura di Lecce ha chiesto la condanna per aver organizzato e gestito, assieme all'ex compagno, un giro di prostituzione che si sarebbe svolto in due centri benessere di Lecce e Guagnano. Dopo i trascorsi da bambina prodigio, la donna - che circa un anno fa venne arrestata - ha fatto la cartomante in tv, la scrittrice e, per ultimo, la maestra elementare nel pavese. La sentenza del processo con rito abbreviato è attesa per il 22 gennaio 2009.
(da Ansa.it)

A cosa serve la commissione di vigilanza?

Va a finire che dal teatrino di questi giorni salta fuori la persona giusta al momento giusto: Sergio Zavoli, nuovo presidente della commissione di vigilanza Rai. Ci sarebbe da dire "finalmente", per la qualità universalmente riconosciuta alla persona. Da anni mi chiedevo come mai il centrosinistra non era riuscito a dargli un ruolo di rilievo, e la risposta che mi ero dato era appunto che Zavoli era troppo in gamba perché venisse considerato.

La figura di Sergio Zavoli mi fa venire in mente, anzitutto, la "Notte della Repubblica"... a casa mia. Babbo voleva assolutamente vedere il programma. Io, che nell'89 avevo 15 anni, volevo vedere sicuramente qualcos'altro (cosa c'era? e chi se lo ricorda! il Drive In, magari...). Come sempre, il trucco quando babbo voleva vedere qualcosa era lasciargli vedere il tg1, per non farlo arrabbiare, e poi però cambiare velocemente appena partiva la sigla finale, per evitare che la "signorina buonasera" gli ricordasse l'appuntamento televisivo. Nove volte su dieci, infatti, se lo dimenticava. Salvo poi il giorno dopo sgridarci tutti perché "non glielo avevamo ricordato".

Poi mi ricordo di casa Bigongiari. Zavoli e Bigongiari erano stati amici ed entrambi "testimoni in Egitto", se la memoria non m'inganna, insieme ad Angioletti. Carlo, che ha fatto la tesi su Bigongiari, chiamò Zavoli, già parlamentare, per certe lettere...ricordo che mi disse di essere rimasto sorpreso quando, non essendo riuscito a contattarlo la prima volta, fu lo stesso Zavoli a richiamarlo a casa per fissare un appuntamento a Roma. Poi successe qualcosa che impedì l'incontro, si sciolsero le Camere, mi pare. Ci rimase però, in quell'occasione, l'impressione di una persona amabile: non è da tutti cercare di trovare il tempo per uno studente...

Dunque tutto è bene quel che finisce bene...certo la gaffe di Latorre su La7, quando passa il pizzino a...al deputato Pdl (non faccio il nome perché già porta un cognome imbarazzante, in più con la rima risulterebbe amplificato) rimane. L'Idv si conferma sempre più un alleato scomodo per il Pd. Il modo con cui il Pd ha, da un lato sostenuto formalmente Orlando, dall'altro, sottobanco, lavorato per siluralrlo, non mi sorprende. È nello stile della classe dirigente della sinistra far cadere le persone che sostiene. Prodi ne sa qualcosa. Io preferisco Zavoli a Orlando, ma i traffici sottobanco del Pd non mi piacciono per niente.

Il fatto è che poi alla fine mi chiedo...a che cavolo serve la vigilanza sulla Rai? Che c'è da vigilare? Usciamo dall'ipocrisia: la commissione di vigilanza non vigila un cavolo, serve solo per permettere ai politici di fare pressione sul servizio pubblico, che è sempre meno un servizio per il pubblico e sempre più un servizio bipartisan per i vari schieramenti politici, e un feudo dove collocare gli amici.

Mi ricordo che quando lavoravo alla Rai qui a Firenze (per la tesi), l'intero piano era praticamente deserto, sale e sale vuote. Soldi zero. I pochi che ci lavoravano, quelli del tg o della radio, ma soprattutto i collaboratori esterni, ad ogni elezione facevano gli scongiuri perché non cambiasse la maggioranza, altrimenti tutti temevano per il loro posto.

testamento biologico

Ho appena letto questo articolo sul Corriere.it

http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_18/suore_testamento_biologico_a3a753ea-b537-11dd-9405-00144f02aabc.shtml

lunedì 17 novembre 2008

facecul

Sul sito dell'Unità di oggi c'è anche l'inserto satirico. C'è una pagina tipo Facebook, che si chiama facecul...fa morire dal ridere! C'è Veltroni che ha tutta una serie di amici, tipo Obama che gli scrive: Who are you? Oppure Giobbe Covatta che gli dice che è sei mesi che lo aspetta in Africa... Oppure c'è lui che organizza un cineforum e lo lanciano tutti...! Guardatelo, fa piegare!


è solo addormentata

Forse perché sono insofferente verso i dibattiti troppo accesi, quelli con toni da crociata, da guelfi e ghibellini; forse perché so di non sapere, e quando non so preferisco tacere per non fare brutta figura; forse perché di fronte al dolore ci vorrebbe pudore; forse, soprattutto, perché mi apre dei files che ogni giorno da due anni cerco di chiudere... Forse per tutti questi motivi mi sono astenuto fino ad ora dal commentare il caso di Eluana Englaro. Un caso che divide le coscienze, compresa la mia. Come tutti voi ho letto articoli su articoli, accumulando tristezza. Umana e spirituale. Che dolore, su dolore, nel leggere le posizioni di una certa parte del mondo cattolico! Per giorni sono andato alla ricerca di qualche voce discordante da quella "ufficiale". Ne ho trovate così poche! Le conto sulla punta delle dita e non riempio neanche una mano. Quella di Rosy Bindi nel forum dell'Unità, quella di monsignor Giuseppe Casale (che ha detto che la vita è relazione), quella di don Gallo, quella infine di Vincenzo Mancuso sulla Repubblica del 12 novembre. Quest'ultimo mi ha dato un po' di conforto, perciò riporto le sue parole: «Credo che quando si parla di sacralità della vita, un conto sia ragionare su quella altrui, un conto sulla propria»; «L'ideale sarebbe avere il testamento biologico, l'ultima parola dovrebbe spettare sempre e solo al paziente. Ma siccome in questo caso non è possibile, non si può che ragionevolmente affidarsi a chi è più autorizzato a decidere, per vincoli di affetto e fisici con la ragazza. Nessuno al mondo vuole più bene a quella donna dei suoi genitori.»; «Usare la parola "omicidio" in un caso come questo, nei confronti dei genitori, mi sembra un gesto molto violento. Non c'è dubbio che ci sia in ballo l'interruzione di una vita, ma non ogni interruzione della vita può essere classificato come assassinio.»; «Spesso quel che dicono le gerarchie è molto diverso da quel che pensano i credenti in generale. Un cattolico deve porsi di fronte alle grandi questioni etiche ragionando analiticamente, volta per volta sulle singole situazioni, con la consapevolezza che la verità è più grande della dottrina.»
Non so se sia giusto che l'ultima parola spetti "sempre e solo al paziente". Non ho neanche questa certezza. Ma tutto il resto lo sottoscrivo ed è stato veramente un sollievo leggerlo. Che turbamento invece per gli attacchi continui, per la violenza verbale e psicologica che dal mondo cattolico sono giunte al signor Beppino Englaro! Ognuna di quelle parole ha ferito come una coltellata la mia coscienza di cattolico. Tuttavia, sono sempre riuscito a farmele scivolare, a fare finta di nulla. Ma ora ho letto le parole di monsignor Antonelli, l'ex vescovo di Firenze: «È una persona che dorme». Mi sembrano le più violente di tutte. Un insulto all'intelligenza di tutti e al dolore dei genitori. Mi chiedo che grado di sensibilità, anzi di umanità, abbia la persona che le ha pronunciate.
Visto che non mi confesso da una vita, e che questo blog all'occorrenza può fungere anche da valido surrogato, anche se non mi dà l'assoluzione, ho deciso di vincere il mio riserbo per confessare che ci sono stati dei momenti che se babbo me lo avesse chiesto, e io fossi stato in grado di farlo, lo avrei fatto. In quei momenti ho pregato Dio che staccasse Lui la spina.

il racconto sul corriere

Non ho vinto, comunque grazie a tutti. Peccato perché il vincitore ce l'ha fatta con appena 15 voti...

domenica 16 novembre 2008

venerdì 14 novembre 2008

Ma che è successo oggi?


Il contatore segna che oggi ho avuto più di 70 visitatori, di cui 67 nuovi. Le cose sono due: o è impazzito il contatore, cosa probabilissima, oppure Giletti acchiappa! In ogni caso sono andato a curiosare fra le statistiche del blog...Quella che preferisco, e che mi sorprende ogni volta, è quella che localizza geograficamente i visitatori: è incredibile come con internet si possa raggiungere tutto il mondo! Certo, la maggior parte è gente che ci capita per caso, i veri lettori saranno pochissimi, però a me fa sempre effetto... Comunque, grazie a tutti!...quasi mi sento in colpa per il tempo che vi faccio perdere a leggere le mie scemenze!





Stato
Visitatori
1 ITALY 83.33% 2.399
2 UNITED STATES 7.02% 202
3 UNITED KINGDOM 3.41% 98
4 SPAIN 0.63% 18
5 FRANCE 0.53% 15
6 PORTUGAL 0.46% 13
7 MALAYSIA 0.35% 10
8 GERMANY 0.35% 10
9 CANADA 0.28% 8
10 SWEDEN 0.21% 6
11 INDIA 0.21% 6
12 SWITZERLAND 0.21% 6
13 BRAZIL 0.21% 6
14 GREECE 0.21% 6
15 NETHERLANDS 0.18% 5
16 AUSTRALIA 0.18% 5
17 CHINA 0.18% 5
18 INDONESIA 0.14% 4
19 ROMANIA 0.11% 3
20 MALTA 0.11% 3
21 NORWAY 0.11% 3
22 POLAND 0.11% 3
23 BELGIUM 0.11% 3
24 ARGENTINA 0.11% 3
25 MEXICO 0.11% 3
26 CHILE 0.07% 2
27 IRELAND 0.07% 2
28 SAUDI ARABIA 0.07% 2
29 SINGAPORE 0.07% 2
30 ISRAEL 0.07% 2
31 PHILIPPINES 0.07% 2
32 NEW ZEALAND 0.07% 2
33 JAPAN 0.07% 2
34 SOUTH AFRICA 0.04% 1
35 VENEZUELA 0.04% 1
36 BANGLADESH 0.04% 1
37 COTE D'IVOIRE 0.04% 1
38 MONGOLIA 0.04% 1
39 KOREA; REPUBLIC OF 0.04% 1
40 SLOVENIA 0.04% 1
41 RUSSIAN FEDERATION 0.04% 1
42 HONG KONG 0.04% 1
43 DENMARK 0.04% 1
44 PERU 0.04% 1
45 LEBANON 0.04% 1
46 HUNGARY 0.04% 1
47 FINLAND 0.04% 1
48 CZECH REPUBLIC 0.04% 1
49 PUERTO RICO 0.04% 1
50 SERBIA AND MONTENEGRO 0.04% 1
51 TAIWAN 0.04% 1
52 UNITED ARAB EMIRATES 0.04% 1
53 SAN MARINO 0.04% 1