giovedì 20 novembre 2008

Le comiche



Mentre Piroso su La7 ha ormai svelato l'arcano del pizzino, confermando lo sputtanamento di Latorre e del suo "partito poco democratico", ecco che il buon Villari, da bravo mastelliano-rutelliano, non si dimette se non quando lo vuole lui. Così addio Zavoli. C'eravamo illusi troppo presto. Tutta la vicenda dovrebbe suonare ridicola, e così sarà agli occhi del mondo, ma non qui in Italia, dove a nessuno importa un fico del conflitto d'interessi, figurarsi della "commissione di vigilanza che non vigila". Alla fine della fiera il tutto per ora dimostra che Veltroni ha l'autorevolezza di un pesce lesso. Un leader dell'opposizione come si deve avrebbe difeso Orlando fino alla morte, anziché fargli le scarpe sotto banco. Magari espellendo Latorre, prima di Villari, per slealtà verso l'alleato. Oppure, se lo credeva opportuno, doveva rompere con Di Pietro in maniera chiara da prima, in modo da non creare questa situazione imbarazzante per il Pd, e candidare da subito Zavoli.

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