lunedì 17 novembre 2008

è solo addormentata

Forse perché sono insofferente verso i dibattiti troppo accesi, quelli con toni da crociata, da guelfi e ghibellini; forse perché so di non sapere, e quando non so preferisco tacere per non fare brutta figura; forse perché di fronte al dolore ci vorrebbe pudore; forse, soprattutto, perché mi apre dei files che ogni giorno da due anni cerco di chiudere... Forse per tutti questi motivi mi sono astenuto fino ad ora dal commentare il caso di Eluana Englaro. Un caso che divide le coscienze, compresa la mia. Come tutti voi ho letto articoli su articoli, accumulando tristezza. Umana e spirituale. Che dolore, su dolore, nel leggere le posizioni di una certa parte del mondo cattolico! Per giorni sono andato alla ricerca di qualche voce discordante da quella "ufficiale". Ne ho trovate così poche! Le conto sulla punta delle dita e non riempio neanche una mano. Quella di Rosy Bindi nel forum dell'Unità, quella di monsignor Giuseppe Casale (che ha detto che la vita è relazione), quella di don Gallo, quella infine di Vincenzo Mancuso sulla Repubblica del 12 novembre. Quest'ultimo mi ha dato un po' di conforto, perciò riporto le sue parole: «Credo che quando si parla di sacralità della vita, un conto sia ragionare su quella altrui, un conto sulla propria»; «L'ideale sarebbe avere il testamento biologico, l'ultima parola dovrebbe spettare sempre e solo al paziente. Ma siccome in questo caso non è possibile, non si può che ragionevolmente affidarsi a chi è più autorizzato a decidere, per vincoli di affetto e fisici con la ragazza. Nessuno al mondo vuole più bene a quella donna dei suoi genitori.»; «Usare la parola "omicidio" in un caso come questo, nei confronti dei genitori, mi sembra un gesto molto violento. Non c'è dubbio che ci sia in ballo l'interruzione di una vita, ma non ogni interruzione della vita può essere classificato come assassinio.»; «Spesso quel che dicono le gerarchie è molto diverso da quel che pensano i credenti in generale. Un cattolico deve porsi di fronte alle grandi questioni etiche ragionando analiticamente, volta per volta sulle singole situazioni, con la consapevolezza che la verità è più grande della dottrina.»
Non so se sia giusto che l'ultima parola spetti "sempre e solo al paziente". Non ho neanche questa certezza. Ma tutto il resto lo sottoscrivo ed è stato veramente un sollievo leggerlo. Che turbamento invece per gli attacchi continui, per la violenza verbale e psicologica che dal mondo cattolico sono giunte al signor Beppino Englaro! Ognuna di quelle parole ha ferito come una coltellata la mia coscienza di cattolico. Tuttavia, sono sempre riuscito a farmele scivolare, a fare finta di nulla. Ma ora ho letto le parole di monsignor Antonelli, l'ex vescovo di Firenze: «È una persona che dorme». Mi sembrano le più violente di tutte. Un insulto all'intelligenza di tutti e al dolore dei genitori. Mi chiedo che grado di sensibilità, anzi di umanità, abbia la persona che le ha pronunciate.
Visto che non mi confesso da una vita, e che questo blog all'occorrenza può fungere anche da valido surrogato, anche se non mi dà l'assoluzione, ho deciso di vincere il mio riserbo per confessare che ci sono stati dei momenti che se babbo me lo avesse chiesto, e io fossi stato in grado di farlo, lo avrei fatto. In quei momenti ho pregato Dio che staccasse Lui la spina.

2 commenti:

mamma ha detto...

....e di fronte alla richiesta "fai qualcosa per alleviare questo dolore" ho autonomamente aumentato e combinato farmaci, raddoppiato dosi senza soppesare i se e i ma. Ma il Signore non aveva ancora deciso di staccare la spina..
Carità vorrebbe che si sospendesse il giudizio quando non si è vissuto il dolore lacerante di quei momenti, dolore che si incide nella carne e soltanto con la fine della carne troverà pacificazione.
Perdonami lo sfogo.

map.pina ha detto...

Questo drammatico caso sta preoccupando i disabili italiani che , per voce di G. Griffo ,membro del consiglio esecutivo di Disabled People 's International ,dicono sia inaccettabile sostenere che la vita di chi ha delle dipendenze gravi non sia degna di essere vissuta.In tal caso ,chi deciderà chi merita di vivere e chi deve morire: i giudici,le famiglie,i medici ? Si affaccia una pericolosa tendenza in Europa... che ci rimanda ai periodi bui di discriminazione in cui la soluzione finale veniva testata su 70mila disabili prima che sugli ebrei. E ,ad un un passato più remoto ,in cui la soluzione era la rupe Tarpea.Non vorrei trovarmi nei panni dei genitori di Eluana, ai quali vanno i miei sentimenti di comprensione e solidarietà,nè in quelli dei medici che faranno delle scelte che poco hanno a che vedere con il giuramento di Ippocrate .Ben venga , dunque, una legge che preveda il testamento biologico .