giovedì 29 ottobre 2009

DUETTO FRANCESCO DE GREGORI MORGAN cantano DE ANDRE' - Il suonatore Jones - X FACTOR 28/10/09

De Andrè canta De Andrè

Visto il concerto di Cristiano De Andrè, se ne conclude quanto segue:

1) Cristiano deve cantare sempre le canzoni del padre, perché le canta e le arrangia benissimo.

2) Alcune canzoni le fa anche meglio del padre (lo so, è una bestemmia, ma è così). Per esempio, Smisurata preghiera. Cristiano la canta con più rabbia, e in questa versione emoziona di più.

3) Per chissà quale mistero, Cristiano sul palco è identico a Corrado Guzzanti. Il concerto è stato bello, ma alla fine mi è dispiaciuto che non ha fatto Tremonti.






mercoledì 21 ottobre 2009

Libertà di informazione. Puntini sulle i


Ho appena sentito in tv il sottosegretario alla giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati (foto tratta da Senato.it) parlare di "doppiopesismo" a proposito della vicenda del giudice Mesiano: se si invoca la libertà di informazione per mostrare le foto di Zappadu a Villa Certosa, allora anche il servizio sul giudice dai calzini celesti rientra in tale libertà.

Mi viene da obiettare che per invocare la libertà di informazione e, aggiungo, la libertà di stampa, bisogna che ci sia una notizia. Ora, mi sembra del tutto evidente che la notizia ci sia se un Presidente del Consiglio ospita a casa sua delle escort e frequenta un procacciatore di ragazze e droga come Tarantini. Per non parlare del fatto che ha ospitato a casa sua un boss mafioso, Mangano!

Queste sì che sono notizie! Di queste cose sì che i cittadini devono essere informati!

Mi sembra, invece, che in un giudice che passeggia per strada, va dal barbiere, indossa i calzini celesti, non ci sia nessuna notizia. E se non c'è, non si può invocare neanche la libertà di informazione!

E poi la gente non è stupida. Non prendeteci in giro! Lo abbiamo capito benissimo che quel servizio era una "vendetta". Il tono del commento, palesemente canzonatorio, non voleva per niente informare, ma mettere in ridicolo.

Visto che ci sono, mi permetto di chiedere anche al ministro Tremonti di non prenderci in giro. Perché lui e Berlusconi che si dicono a favore del posto fisso sono proprio una presa in giro per tutti coloro che non riescono ad uscire da un precariato che loro (insieme al centrosinistra, per carità) hanno creato. Io il libro bianco del povero Biagi, me lo ricordo. E l'ho sperimentato sulla mia pelle.

In generale, se questa pletora di politici da talk show si occupasse della crisi, delle aziende che chiudono, dei posti di lavoro che si perdono, dei contratti a tempo che non vengono rinnovati, dei tirocini gratuiti (e prima ancora delle lauree, dei dottorati, dei master!) che non portano a niente, invece che pensare ai calzini celesti e scannarsi per modificare gli organi di garanzia in modo da avere più potere e magari impunità, sarebbe meglio. Molto meglio.

Nel frattempo, tornando a bomba, l'Italia perde ancora posti nella classifica dei reportes sans frontières sulla libertà di stampa. Chissà come mai. Anzi io lo so: perché non ce ne importa niente, siamo rassegnati al peggio.





sabato 17 ottobre 2009

Italietta

Berlusconi, il proprietario di Mediaset, "prevede" che la metà degli italiani smetterà di pagare il canone, cioè della sua principale concorrente. Nel frattempo fa seguire il giudice che l'ha condannato dalle sue telecamere, per sputtanarlo. Infine dice che cambierà la Costituzione a colpi di maggioranza.

Per meno della metà di tutte queste cose, in un Paese normale, i giudici smetterebbero di lavorare e scenderebbero in piazza; i giornalisti della Rai, insieme ai loro dirigenti, manderebbero in onda un bel nero e scenderebbero in piazza a protestare; i cittadini, difenderebbero la Costituzione, scioperando in massa e andando in piazza a protestare. Un Paese normale si fermerebbe. In Francia avrebbero già fatto le barricate.

Ma in Italia siamo fatti così. Non ce ne frega niente. Non facciamo nulla finché non ci entrano i tedeschi in casa. E anche in quel caso, molti lasciano che siano gli altri a liberarli.

martedì 13 ottobre 2009

giovedì 8 ottobre 2009

Toh, chi si rivede alla Consulta!

Il Corriere della Sera pubblica oggi questa bella foto dei giudici della Corte Costituzionale (tratta dall'Ansa). Guradando bene, chi ti ritrovo? Due miei professori dell'università: Ugo De Siervo, addirittura vicepresidente, e Paolo Grossi. De Siervo mi diede 30 a diritto costituzionale, chiedendomi anche con chi mi laureavo. Risposi che mi volevo laureare in diritto penale. Il diritto costituzionale mi piaceva, ma De Siervo era un regionalista e temevo di ritrovarmi a studiare le leggi e leggine regionali. Grossi, invece, insegnava Storia del diritto italiano. Ricordo che a lezione era molto amabile, ci chiamava "amici". Vestiva benissimo, sembrava un lord inglese. Tanto che a lezione a volte mi sorprendevo a fantasticare di avere un giorno i soldi per vestire come lui. Sono sempre stato di gusto classico nel vestire. Pensai anche che i suoi fossero vestiti fatti dal sarto, su misura. L'esame fu però una delusione. Interrogava due persone per volta. Cosa questa che mi suscitò un certo imbarazzo. Se il mio compagno d'esame non sapeva rispondere, la domanda veniva girata a me. Il mio istinto era quello di suggerire, non di fare bella figura a scapito del mio collega, che ne sapeva meno di me. Alla fine anche io incappai in un errore. Non ricordo l'argomento preciso, ma ricordo che dissi Stato pontificio e il professore si irrigidì. Coome! Ma che dice? Lo Stato pontificio non c'era più! La breccia di Porta pia!! Questa è storia, non sarà diritto ma è storia! ... e via dicendo. Mi diede 27, facendomi intendere che fino a quel momento avevo meritato trenta.
Ora lui è lì, non professore ma giudice della Corte costituzionale. E io sono qui, non più studente ma professore... di storia.