mercoledì 21 ottobre 2009

Libertà di informazione. Puntini sulle i


Ho appena sentito in tv il sottosegretario alla giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati (foto tratta da Senato.it) parlare di "doppiopesismo" a proposito della vicenda del giudice Mesiano: se si invoca la libertà di informazione per mostrare le foto di Zappadu a Villa Certosa, allora anche il servizio sul giudice dai calzini celesti rientra in tale libertà.

Mi viene da obiettare che per invocare la libertà di informazione e, aggiungo, la libertà di stampa, bisogna che ci sia una notizia. Ora, mi sembra del tutto evidente che la notizia ci sia se un Presidente del Consiglio ospita a casa sua delle escort e frequenta un procacciatore di ragazze e droga come Tarantini. Per non parlare del fatto che ha ospitato a casa sua un boss mafioso, Mangano!

Queste sì che sono notizie! Di queste cose sì che i cittadini devono essere informati!

Mi sembra, invece, che in un giudice che passeggia per strada, va dal barbiere, indossa i calzini celesti, non ci sia nessuna notizia. E se non c'è, non si può invocare neanche la libertà di informazione!

E poi la gente non è stupida. Non prendeteci in giro! Lo abbiamo capito benissimo che quel servizio era una "vendetta". Il tono del commento, palesemente canzonatorio, non voleva per niente informare, ma mettere in ridicolo.

Visto che ci sono, mi permetto di chiedere anche al ministro Tremonti di non prenderci in giro. Perché lui e Berlusconi che si dicono a favore del posto fisso sono proprio una presa in giro per tutti coloro che non riescono ad uscire da un precariato che loro (insieme al centrosinistra, per carità) hanno creato. Io il libro bianco del povero Biagi, me lo ricordo. E l'ho sperimentato sulla mia pelle.

In generale, se questa pletora di politici da talk show si occupasse della crisi, delle aziende che chiudono, dei posti di lavoro che si perdono, dei contratti a tempo che non vengono rinnovati, dei tirocini gratuiti (e prima ancora delle lauree, dei dottorati, dei master!) che non portano a niente, invece che pensare ai calzini celesti e scannarsi per modificare gli organi di garanzia in modo da avere più potere e magari impunità, sarebbe meglio. Molto meglio.

Nel frattempo, tornando a bomba, l'Italia perde ancora posti nella classifica dei reportes sans frontières sulla libertà di stampa. Chissà come mai. Anzi io lo so: perché non ce ne importa niente, siamo rassegnati al peggio.





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