mercoledì 14 dicembre 2011

Firenze: città violenta?

Avevo 18 anni ed ero ingenuo come l'insetto davanti al camaleonte. Ma di bombe me ne intendevo. A Nuoro avevano fatto saltare un camion nella via sotto casa, e un'altra volta la basculante del garage dei nostri vicini. Perciò, quando quella notte del '93 sentii il botto e il mio compagno di appartamento si svegliò e mi chiese "cos'era, un tuono?", non ebbi dubbi: "È una bomba". Ma quelle erano cose grosse, era la mafia: non c'era da aver paura. All'epoca vivevo vicino alla stazione, tornavo spesso tardi, ma non ho mai visto nulla di particolare, a parte quei due balordi che rubavano la miscela al motorino. E le prostitute avevano 60 anni e lavoravano di giorno.
Poi, negli anni, la città è cambiata. Alcune vie, intorno al mercato di San Lorenzo ho iniziato ad evitarle. Paradossalmente, quando mi sono trasferito in centro, dietro Palazzo Vecchio, ho percepito la violenza. Non mi è mai successo niente, intendiamoci, ma tante notti sono stato svegliato dalle urla di ubriachi o da risse, che mi hanno fatto apprezzare di essere sotto le coperte e non in giro per strada.
Tempo fa, c'è stato un omicidio, proprio nella strada dove abitavo prima. Poi l'attentato al vescovo. Ora la strage xenofoba in piazza Dalmazia.
Episodio isolato, ha detto ieri Renzi. Sì, certo, però cominciano ad essere troppi questi episodi isolati.