martedì 25 gennaio 2011

Telefonata di Berlusconi all'Infedele: insulta Gad Lerner e ordina alla ...


La telefonata di ieri all'Infedele dimostra che il nostro Presidente del Consiglio è nella situazione di una bestia ferita, agonizzante, ma ancora viva. E' la situazione più pericolosa: quella dei colpi di coda. B. è disposto a difendersi con tutte le sue forze e lo fa in campo aperto. Naturalmente il campo di battaglia è scelto da lui, e sue, come sempre, sono anche le regole del gioco. Si tratta dei media. Lì gioca in casa. Le sue armi sono il linguaggio mediatico che lui conosce meglio degli altri, perché così com'è, lo ha inventato lui, in vent'anni di quasi-monopolio televisivo. Per questo è interessante l'intervento di ieri all'Infedele. La trasmissione di Lerner ha infatti da sempre cercato di contrastare gli altri programmi televisivi non solo nei contenuti, ma anche e soprattutto nel linguaggio, meno televisivo e più "letterario". Alla rissa Lerner ha sempre opposto il ragionamento e il confronto tra posizioni, ideologie, religioni diverse, talvolta opposte. L'arrembaggio pirata di B. ha cannoneggiato questo linguaggio, riaffermando le sue regole linguistiche: l'insulto triviale, l'aggressione, la rissa verbale. Il contrasto stridente tra le due forme linguistiche ha palesato la distanza fra due mondi, ben più profonda e inconciliabile delle vecchie contrapposizioni tra cattolici e comunisti.
L'invito alla Zanicchi di alzarsi e andarsene non è stato un semplice suggerimento, ma l'ordine impartito dal capoufficio al dipendente. L'ordine del padrone. Tale ordine non è estemporaneo, ma è frutto di una strategia mediatica studiata a tavolino, che la Santanchè è stata la prima a mettere in atto, andando via sia dal programma di Santoro che da "Agorà". La controffensiva mediatica, dunque, prevede telefonate in diretta da parte del capo e boicottaggio delle trasmissioni da parte dei sottoposti, soldatini fedeli al suo generale fino al sacrificio personale della propria dignità e indipendenza di giudizio. Tutti uniti al motto rubyano "finchè c'è lui si mangia", i soldatini seguono la linea del capo: negare l'evidenza.
Verrebbe da scoraggiarsi, ma mi sovviene il pensiero che l'Italia arriva sempre a toccare il fondo, ma poi si rialza migliore di prima. Ci sono alcuni aspetti timidamente positivi. Per esempio, la Chiesa, intesa come i suoi vertici politici, sembra aver perso la pazienza. Dal Papa a Bagnasco al cardinal Sodano, la linea sembra quella di mollare B. Infatti, i sondaggi danno in crescita il Terzo polo. E' un piccolo segnale, ma il nervosismo del Capo fa pensare che sia una cosa tutt'altro che insignificante.
Insomma, se dal Fascismo è nata la Costituzione repubblicana, chissà che da questo puttanaio non ne venga fuori una nuova concordia nazionale, nello spirito dell'Assemblea Costituente.

sabato 22 gennaio 2011

Articolo 54 Cost.

art. 54
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

«Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali»

(D. Santanchè)

mercoledì 19 gennaio 2011

I nuovi Che Guevara

A parte uno (indovinate quale), credo che tutti gli altri siano i nuovi Che Guevara:

http://www.lettera43.it/persone/6403/preti-da-spretare.htm

domenica 16 gennaio 2011

Non nominare il nome di Dio invano

Eliminati i concorrenti del Grade Fratello che hanno bestemmiato. Lo so, è una notizia vecchia. L'Avvenire ha già avuto modo di esultare.

Non è stata però sufficientemente stigmatizzata la colpa di quei ragazzi: bestemmiare così, a caso, quando invece, se avessero avuto l'accortezza di farlo raccontando una barzelletta, non solo nessuno li avrebbe mandati a casa, ma avrebbero potuto aspirare alla Presidenza del Consiglio!


lunedì 10 gennaio 2011

povera patria


Il buon Vedele mi ha inviato questi due video e io li pubblico subito sul blog perché mi hanno fatto morire dal ridere. L'intervista a Siotto non la sentivo dai tempi che ascoltavo le cassette di Benito Urgu e devo dire che mi fa sempre cadere le lacrime. Vedere la trascrizione delle parole amplifica l'effetto degli strafalcioni. L'altro video non lo conoscevo e fa ancora più ridere...poveri noi! Per vederlo, cliccate sul link qui sotto:
http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=58301