domenica 21 giugno 2009

Piove, Governo...!

Ho pensato che fosse esplosa una bomba, invece era solo un tuono. Dopo una bomba si dovrebbero sentire i calcinacci che cadono, i vetri che si infrangono, le sirene delle ambulanze o quelle dell'allarme antiaereo, non un violento scroscio di pioggia. Quindi, ho dedotto, piove. Sembra un ragionamento elementare, ma si consideri che il tutto è avvenuto in piena notte, e che io ero profondamente addormentato (prima), e (durante) ancora completamente intorpidito. Probabilmente, anzi, sicuramente, in tutto quel frangente non ho mai riaperto gli occhi. Ho solo avuto il tempo di sentirmi bambino e di avvertire quella ben nota sensazione di inquietudine, più che di paura vera e propria, subito scacciata via: un bambino grande non ha paura del temporale. Di certo non un bambino di trentacinque anni!
I hear the drizzle of the rain
Like a memory it falls
Soft and warm continuing
Tapping on my roof and walls
Così, ho ripreso a dormire. E a sognare. I sogni del sonno leggero, si sa, si ricordano. Io, forse perché ho letto i giornali online prima di addormentarmi e ho visto il video della conferenza stampa di Bruxelles, in cui il Predidente del Consiglio non rispondeva a un giornalista perché aveva "disistima totale" del quotidiano per cui lavorava, ho sognato di trovarmi lì, al posto del cronista dell'Unità. Non solo: siccome nei sogni opera un tempo diverso da quello reale, ho fuso quella situazione con quella vissuta da un'altra cronista dell'Unità, quando poche settimane fa si è sentita (non) rispondere dallo stesso Presidente con la frase seguente: " O va via lei, o vado via io".
- Io rappresento la stampa libera, quindi Signor Presidente, per quanto mi riguarda, se non vuole rispettare ciò che rappresento, se ne può andare via Lei!
- Io non rispondo perché ho disistima totale...
- Lei deve rispondere, Signor Presidente! Quella che per i comuni cittadini è la vita privata, non può esserlo per Lei, che rappresenta un'istituzione pubblica. Un cittadino ha diritto di sapere chi è Lei, per poterLa giudicare pienamente, per sapere se si può fidare oppure no. Si ricordi di Clinton: fu costretto a confessare la sua avventura sessuale con la Lewinsky, e poi il popolo lo perdonò. Lo faccia anche lei: chieda scusa, confessi e si affidi alla clemenza del popolo sovrano. Perché in questo Paese, Signor Presidente, è il POPOLO che è SOVRANO. E nessun altro!
- Contro di me è solo spazzatura! E la eliminerò come ho fatto a Napoli! Perciò non le risponderò...
- Non rispondendo a me, non manca di rispetto a me. Manca di rispetto al giornale libero per cui lavoro. Manca di rispetto alla libertà di stampa. Tradisce il giuramento che ha fatto di fedeltà alla Costituzione, che comprende, all'articolo 21, proprio questo principio. Non solo. Se non mi risponde, si comporta come se non dovesse spiegazioni. Ma lei, per l'alta carica che ricopre, non si pone al di sopra degli altri, ma AL SERVIZIO degli altri! Al servizio di tutti i cittadini, quelli che l'hanno votata, e quelli che non l'hanno votata. Se lei non risponde, viola l'articolo 3 della Costituzione! Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge! Nel suo caso, ha ragione, Lei è più uguale degli altri. Ma non perché è più importante e può fare quello che vuole! Lei non è legibus solutus! Semmai è più uguale perché è tenuto, come ha detto qualcuno, non solo ad essere onesto, ma anche ad apparire tale! Lei è diverso dagli altri non perché può fare cose che i normali cittadini non possono fare, ma proprio per il motivo contrario: lei NON PUO' fare quello che i normali cittadini possono fare! Lei è tenuto ad avere una moralità superiore a quella media di tutti noi. Lei è il Presidente del Consiglio, perbacco!!! SI CONTENGA!!!
E qui il sogno finisce, in una risata generale dei colleghi.

sabato 20 giugno 2009

Rainews24: reportage su Come un uomo sulla Terra

http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=13856

Calciatori? ...spezziamo una lancia

Diciamo sempre che i calciatori sono ignoranti, ma i giornalisti non sono da meno:

"La sconfitta con l'Egitto ci ha fatto male, ma io la penso come Manzoni: esistono anche le provvide sventure...". Nella sua accorata difesa dei 'vecchietti' azzurri, Gianluigi Buffon si concede anche una citazione letteraria. E manda così nel panico parte dell'uditorio nella sua conferenza stampa.Un giornalista brasiliano, visibilmente incuriosito e comunque giustificato, chiede: "Manzoni? chi è, un allenatore di serie A?", mentre in sala anche qualche italiano commenta "ma di che parlava Buffon, di Mazzone?".
(Fonte: sport.sky.it)

venerdì 19 giugno 2009

Ma il confessionale è in crisi o no?

La lettura mattutina dei giornali mi informa del grido d'allarme del Papa per la crisi del sacramento della Confessione. Il Pontefice però non si dà per vinto e ha già pronta la via d'uscita, indicando "ai preti il modello del curato d’Ars, patrono dei parroci, che un secolo e mezzo fa trascorreva in confessionale 16 ore al giorno" (così leggo su La Stampa di oggi).
Non so perché, ma ho l'impressione che la cura non sia proprio quella migliore. Eppure ha la benedizione perfino di Giulio Andreotti, che però confessa di non aver più frequentato molto la grata e l'inginocchiatoio, dai tempi che portava i calzoni corti. Però conserva il romantico ricordo d'infanzia, e se gli si chiede se si tratta solo di un ricordo, la risposta è diretta: ognuno si deve fare i fatti suoi. ...Che non è proprio l'apologia della confessione, mi sembra.
Sarà, ma io concordo con il Divo Giulio: non bisogna generalizzare. Né cospargersi troppo il capo di cenere. Non tutti i confessionali sono i crisi! Bisogna vedere quali. Tutti sanno che c'è un confessionale frequantato da milioni di italiani. Quindi se qualcuno di voi è stato alla mega festa del digitale terrestre con i ragazzi del GF, si faccia avanti! Batta un colpo! E soprattutto lo comunichi in Vaticano, che ha tanto bisogno di essere rassicurato.

lunedì 15 giugno 2009

Tu risparmia che io spendo

Si può dire tutto del secondo governo Prodi. E quel tutto si può riassumere in poche parole: Mastella ministro della Giustizia. Tuttavia è un fatto che il professore nelle sue due esperienze di governo ha prima di tutto pensato ad abbassare il debito pubblico, che è la vera piaga del nostro Paese. Si può dire di tutto dell'ex ministro Visco, ma tutti sanno che ha fatto della lotta all'evasione una priorità della sua azione politica.
Ora leggo questa notizia:
... e mi viene in mente Cornacchione, quando diceva che Prodi vinceva le elezioni perché ogni tanto Berlusconi lo lasciava vincere per fargli risanare un po' i conti, poi arrivava di nuovo lui e li rispendeva tutti.

sabato 13 giugno 2009

Par condicio

Per par condicio non posso esimermi da commentare anche i cori alla lettura della sentenza sulle nuove Br: «Contro la crisi dell'imperialismo guerra di classe per il comunismo» e «Contro il fascismo e la repressione, rivoluzione».

Il mio commento è questo: svegliatemi dall'incubo!

Chi l'avrebbe detto?

E chi l'avrebbe detto che avrei dedicato il trecentesimo post sul blog a Gianfranco Fini? Eppure lo devo fare! Dopo aver letto le sue dichiarazioni sulla necessità di controllare che nei campi libici di raccolta degli immigrati siano rispettati i diritti umani, faccio un appello a tutti gli iscritti al Partito Democratico: candidatelo al prossimo congresso come segretario!!!! Volete davvero votare Bersani, quando D'Alema ha ricevuto Gheddafi con tutti gli onori?? Ma lo sapete che Fini, in qualità di Presidente della Camera, ha anche ricevuto una delegazione di omosessuali?
E vi siete accorti che ha detto l'altro giorno che Berlinguer è un leader da ammirare?
Lo so: cosa non si fa per diventare Presidenti della Repubblica! Però resta il fatto che è l'unico leader di cui può disporre ora la sinistra. Perciò rompete gli indugi e votate il sondaggio. Lo metto in alto a sinistra. Mi raccomando, VOTATE!!!

Tornano le squadracce

Chi l'avrebbe mai detto? Sono tornate le squadracce! Anche se ora le chiamano ronde. Ne danno notizia il Corriere e la Repubblica. Quel che mi preoccupa di più è che gli italiani prenderanno il tutto come una cosa folkloristica, un po' com'era successo nel '19-'20.


(foto tratta da Corriere.it)

Chi ci salverà questa volta da noi stessi? Dopo le ultime elezioni europee, non c'è da sperare nell'Europa. Rimangono ancora una volta gli Americani.
P. S. E come potevo io parlare di cinema? Alle fronde dei salici, appendo le mie recensioni al triste vento.

Uomini che odiano le donne - recensione


Non si trova nei manuali di teoria della letteratura, né nell’opera omnia di Genette, ma il best seller fa parte ormai da decenni del mondo letterario. La sua importanza è cresciuta esponenzialmente insieme alla dittatura dell’economia di mercato, e in maniera inversamente proporzionale al progressivo declino della critica letteraria. Con l’acclarata estinzione di quest’ultima, potremmo dire che il “libro che vende meglio” è a tutti gli effetti il genere letterario più importante, nell’ottica di un sistema economico che giudica il profitto come il primo dei valori. Anche il caso letterario, non è più tale perché sperimenta un linguaggio nuovo, un nuovo stile narrativo (d’altronde, morto l’ultimo critico, chi potrebbe certificarlo?), ma perché inaspettatamente vende!
Col tempo, il best seller, ha acquisito caratteristiche ben precise, di genere appunto, ma anche di sistema. Intrigo, violenza, sesso, azione, sono solo alcuni dei suoi ingredienti principali, tanto importanti quanto la sua traducibilità in sequenze cinematografiche. Il linguaggio del best seller, il montaggio, devono essere già cinematografici. Perché il libro non si vende solo in libreria, ma anche (soprattutto?) al cinema. Diventa best il libro che, oltre alle copie stampate, vende anche i diritti ai produttori cinematografici, e quindi le ristampe ad hoc nei giorni della proiezione. Nei supermercati dei libri (non è più il caso di parlare di librerie, estinte insieme alla critica suddetta), già da tempo, accanto allo scaffale dei libri sul cinema, ce n’è uno apposito di libri al cinema.
Non è detto, tuttavia, che questo nuovo genere escluda a priori la letteratura. Si pensi, in Italia, al Nome della rosa, o il più recente La solitudine dei numeri primi, prossimamente nelle sale. In una società consumistica, può essere di consumo anche la letteratura. Ma è un caso più raro e non implica che debba esserlo per forza, tutt’altro.
Avviene più di frequente che i best sellers non assurgano ad opere letterarie, ma rimangano nell’alveo di un onesto artigianato, più funzionale che artistico. Funzionale all’intrattenimento (altra parola chiave della nostra società depressa) più che all’elevazione culturale.
Uomini che odiano le donne, primo volume della Millennium trilogy, scritto dallo svedese Stieg Larsson, è l’ultimo dei best sellers da cui è stato tratto un film. È stato presentato come caso letterario, non solo perché inaspettatamente ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, ma anche perché il suo autore è scomparso prematuramente; e si sa che la morte prematura crea il mito, suscitando l’interesse generale: da Marilyn Monroe a James Dean, da Grace Kelly a Heath Ledger, da Ofelia a Teresa Fattorini.
Il merito di Stieg Larsson è stato quello di aggiungere qualche ingrediente supplementare a quelli base del thriller di successo. In Uomini che odiano le donne c’è azione, intrigo, violenza, sesso, ma anche un pizzico di analisi sociologica, con toni di denuncia sociale. Non solo l’immancabile killer, dunque, chissà perché sempre seriale, ma anche la saga familiare dei Vanger. Attraverso la storia dei magnati industriali, Larsson traccia un profilo della società svedese diverso dall’immagine convenzionale che di solito si ha della stessa: alta, capelli biondi e welfare state. La sua eroina, Lisbeth Salander, straordinario personaggio subito amato dai lettori, è tutt’altro che bionda: piccola, nera, con tatuaggi e piercing. Hacker professionista, è soprattutto cattiva, ma solo se provocata dagli uomini che odiano le donne. Nella finzione cinematografica ha assunto il volto di Noomi Rapace, attrice danese autodidatta, venuta dal nulla come Lisbeth, e anche lei destinata con la sua interpretazione ad imprimersi a lungo nell’immaginario collettivo. Meno espressivo il suo partner, Michael Nyqvist, nei panni del giornalista d’assalto Mikael Blomkvist. Il regista, Niels Arden Oplev, ha reso bene, nel complesso, la trama già cinematografica di Larsson, senza però spunti di particolare pregio. Forse apprezzerà maggiormente il film chi non ha letto il libro, ed è perciò ignaro dei colpi di scena. Per i cultori della trilogia di Larsson si tratterà solo di un compitino, svolto senza infamia e senza lode, in attesa di prove migliori per i due libri che restano da vedere al cinema.

venerdì 12 giugno 2009

Gheddafi

Sì, lo so che state aspettando un commento. Ma cosa posso dire? Per scrivere sul blog mi servono le dita. Le dita sono attaccate alle mani. Le mani alle braccia.

E le braccia mi sono cascate.

Comunque, non c'è bisogno che dica nulla. Ha già detto tutto Travaglio, molto meglio di quanto avrei potuto scrivere io:

http://www.unita.it/rubriche/Travaglio

giovedì 11 giugno 2009

Ultima puntata di Annozero

Castelli consigliava ai giovani di leggere un libro sui magistrati di sinistra. Anche io, che giovane ancora ritengo di essere, gli voglio consigliare un libro sull'argomento che dimostra il contrario, cioè come quella delle toghe rosse sia una bufala. Il libro è questo:

Poi, visto che ci sono, gli consiglio anche un libro di storia dell'Italia del Novecento (mi verrebbe da dirgli quello di Ginsborg, ma lo considererebbe di parte, perciò scelga lui) in cui potrà leggere di come i fascisti, dopo la guerra e la caduta del regime, abbiano continuato ad occupare ruoli pubblici, soprattutto nel campo della magistratura.
Infine, mi chiedo perché si faccia una colpa a De Magistris, e prima di lui a Di Pietro, perché ha abbandonato la toga per la politica, sottintendendo con ciò che la magistratura è di sinistra (tutta?!), mentre invece va benissimo e nessuno dice niente degli avvocati eletti nelle file del Pdl, Ghedini in primis e Pecorella in secundis. Ammesso e non concesso che i pm sono di sinistra, allora gli avvocati sono di destra!
C'è qualcuno, fra quelli che parlano in tv, che la prossima volta lo può dire a Ghedini, per favore? Grazie.

A scuola...

COMPITO IN CLASSE

- "Profe non mi riesce nulla!"

- "Vedi se ti riesce almeno di stare fermo."


INTERROGAZIONE DI STORIA

- "Mi dici almeno qualcuna delle tredici colonie inglesi in America, da cui poi sono nati gli Stati Uniti?"

- "Mmh ... la Caterina del Nord, la Caterina del Sud, ..."

- "Va bene, va bene, basta così. Dimmi un argomento a piacere."

martedì 9 giugno 2009

Paperino, disastri in cucina.

Paperino compie 75 anni! AUGURI!!

Le invasioni barbariche

http://www.gossipnews.it/mondanita/umberto_smaila_inaugura_il_nuovissimo_smailas_a_san_teodoro_dopo_17_anni_a_poltu_quatu_lo_storico_locale_si_trasferisce_in_una_localita_piu_frequentata_da_giovani_e_giovanissimi_sperw.html?id=b006b51727c51af363c5fe96373660da

Aiuto, scappiamo!!!!!!!!!!!!!

Meglio faziosi

Non guardo il Tg1 da quando Lerner se ne andò in diretta, sventolando un foglietto bianco che aveva estratto dalla tasca della giacca. Per un po' mi sono illuso di poterlo vedere di nuovo con la direzione di Riotta. Come giornalista mi piaceva. L'illusione è durata poco: il tempo di accorgermi che la scaletta del tg riprendeva pari pari le notizie dal corriere.it, gossip compreso.
Oggi mi ci sono imbattuto per caso. Cinque minuti: il tempo per subire il trionfalismo imbarazzante della coppia Giorgino - Petruni. Ho dovuto cambiare. Meglio il Tg4! In realtà, anche il Tg4 non l'ho retto a lungo. C'era un'intervista a un parlamentare Pdl particolarmente noioso che analizzava il voto.
Ho spento, disgustato. Poi ho pensato: e il Tg3? Anche il Tg3 è fazioso! In effetti, è vero.
Però, che il Tg3 e il Tg4 siano faziosi non mi disturba. Così come non mi disturba la faziosità di Santoro, per fare un altro esempio. Mi piace sapere come uno la pensa.
Quello che proprio non reggo non è la faziosità, è il servilismo. Ecco perché posso guardare il Tg4 ma proprio non ce la faccio a seguire il Tg1 (né, dopo Mentana, il Tg5).

lunedì 8 giugno 2009

libertà di stampa

Quando siamo stati retrocessi a Paese parzialmente libero dal punto di vista della libertà di stampa, qualcuno si è scandalizzato. Ma è sotto gli occhi di tutti che i giornalisti sono condizionati da chi li paga, e molti sono pagati da una sola persona, la stessa.
L'Unità mostra il video di un fuori onda del Tg5. Il giornalista Gioacchino Bonsignore si informa sul risultato del Pdl rispetto alle politiche del 2008, per sapere quanti voti Berlusconi ha perso. Poi precisa: "Non penserai mica che lo diciamo!"
Ecco, appunto. Liberi sì, ma non di dire tutto.

D'altro canto, la stessa Unità titola "Fermato Berlusconi, il Pd resiste". Balle. Il Pd continua a perdere e Berlusconi continua a vincere. Non è che perché non è arrivato al 40%, come avrebbe voluto, Berlusconi ha perso. Né si è fermato. Solo che le europee attraggono meno elettori delle politiche, perché gli italiani non sanno neanche cos'è l'UE, né capiscono a cosa serve. Perciò il risultato del Pdl dice solo una cosa: la maggioranza degli italiani è sempre con Berlusconi. Noemi o non Noemi. Piaccia o non piaccia.

domenica 7 giugno 2009

Non ho la patente...e me ne vanto!

Mi prendono in giro continuamente perché non ho la patente. Di solito non mi difendo.
Stasera sto guardando la puntata di Report che sta facendo vedere come l'ENI, l'AGIP e la SHELL stanno da decenni inquinando il delta del Niger, di fatto decretando la morte delle popolazioni locali che vivevano di pesca e agricoltura. L'inquinamento ambientale comprende anche gas tossici che provocano malattie terribili. Mentre gli azionisti di queste società si spartiscono i ricchi dividendi, i nigeriani muoiono o si ammalano.
Lo so, non vuol dire niente, ma stasera sono contento di non avere la patente.


http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html

venerdì 5 giugno 2009

Nugae '09

Santificata la domenica
in cui gli uomini puri
offrono le palme e gli ulivi
ai crocifissi sui muri
la terra si scosse, spezzarono i sassi.

A pochi passi dal nulla, i vivi,
tornati alla culla,
strozzavan vagiti
ai cieli infiniti di polvere
e sangue.

Venite quaggiù dalle altezze
dove anche l'eterno langue.
Facciamo tre tende,
teorie blu di case,
aporie da certezze rase
al suolo. Metafore
terremotate.