venerdì 19 giugno 2009

Ma il confessionale è in crisi o no?

La lettura mattutina dei giornali mi informa del grido d'allarme del Papa per la crisi del sacramento della Confessione. Il Pontefice però non si dà per vinto e ha già pronta la via d'uscita, indicando "ai preti il modello del curato d’Ars, patrono dei parroci, che un secolo e mezzo fa trascorreva in confessionale 16 ore al giorno" (così leggo su La Stampa di oggi).
Non so perché, ma ho l'impressione che la cura non sia proprio quella migliore. Eppure ha la benedizione perfino di Giulio Andreotti, che però confessa di non aver più frequentato molto la grata e l'inginocchiatoio, dai tempi che portava i calzoni corti. Però conserva il romantico ricordo d'infanzia, e se gli si chiede se si tratta solo di un ricordo, la risposta è diretta: ognuno si deve fare i fatti suoi. ...Che non è proprio l'apologia della confessione, mi sembra.
Sarà, ma io concordo con il Divo Giulio: non bisogna generalizzare. Né cospargersi troppo il capo di cenere. Non tutti i confessionali sono i crisi! Bisogna vedere quali. Tutti sanno che c'è un confessionale frequantato da milioni di italiani. Quindi se qualcuno di voi è stato alla mega festa del digitale terrestre con i ragazzi del GF, si faccia avanti! Batta un colpo! E soprattutto lo comunichi in Vaticano, che ha tanto bisogno di essere rassicurato.

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