venerdì 11 febbraio 2011

La politica italiana


La campagna elettorale è lunga ma i clan riescono a gestirla con l'intimidazione da una parte e il consenso ottenuto con un semplice scambio. "Io me li andavo a prendere uno per uno. Ho portato vecchiette inferme in braccio al seggio pur di farle votare. Nessuno l'aveva mai fatto. Garantivo che i seggi negli ospedali funzionassero, pagavamo la spesa alle famiglie povere, le bollette ai pensionati, la prima mesata di fitto per le giovani coppie. Dovevano tutti votare per noi e li compravamo con poco. Organizzavo le gite con i pulmini per andare a votare. I clan di Secondigliano pagano 50 euro a voto e spesso corrompendo il presidente di seggio capisci più o meno se qualche famiglia, dieci quindici persone, si è venduta a un altro. Facevamo sentire la gente importante con un panino e una bolletta pagati. Se la democrazia è far partecipare la gente, noi siamo la democrazia perché andiamo da tutti. Poi questi ci votano e noi facciamo i cazzi nostri. Appalti, piazze di spaccio, cemento, investimenti. Questo è il business".
(Saviano intervista il boss Prestieri, tratto da La Repubblica)

1 commento:

Patrick Sammut ha detto...

La politica paga davvero. Pero' quelli che guadagnano non sono i piccoli e la gente onesta che paga tasse di tutti i tipi e lavora con il proprio sudore per poi essere pagata le cicche.
Prima c'erano i feudi, i signori e i contadini e i braccianti. Adesso sono passati gli anni, sono cambiati i nomi e i termini, ma il sistema rimane lo stesso: c'e' chi guadagna sempre e chi deve pagare, stare zitto, ringraziare e "fare il proprio dovere" quando arrivano le elezioni.
E tutto questo in un sistema che vanta della migliore istruzione! Che ironia!