venerdì 9 luglio 2010

Lo sciopero bavaglio

Per scioperare contro la cosiddetta legge-bavaglio, la stampa italiana il bavaglio se l'è messo da sola.

Premesso che ogni forma di protesta contro questa legge è benvenuta, possibile che non ci fosse un altro modo più costruttivo per far sentire le proprie ragioni?

Ad esempio, io avrei protestato non non dando le notizie, ma anzi dandole! E dandole sul serio!

Faccio un esempio. Pensate che bello se un telegiornale oggi avesse aperto con questa notizia: "Il Presidente del Consiglio va dicendo da mesi che questa legge è necessaria perché tutti gli italiani sono interrcettati e non ne possono più. Noi abbiamo verificato se ciò è vero, mandando i nostri inviati nelle centrali delle forze dell'ordine. Poi, abbiamo chiesto ai cittadini italiani se sono stati mai spiati e se davvero la cosa li turba..."

Ecco. Se fossero venuti da me, avrei potuto tranquillamente affermare che non solo non mi risulta di essere mai stato intercettato, né mai un amico o un parente si è lamentato con me di essere stato intercettato, ma soprattutto, avrei potuto aggiungere un bel ECCHISSENEFREGA se mi intercettano!

Che ascoltino pure le mie telefonate! Sai che noia?

E poi, se lo Stato italiano acconsente alle limitazioni di sovranità per scongiurare le guerre e far parte delle organizzazioni internazionali (art. 11 Cost.), io acconsento volentieri a limitazioni della mia privacy che consentano alle forze dell'ordine di catturare dei mafiosi. E per mafiosi intendo anzitutto quei politici che hanno ottime ragioni per temere di essere intercettati.

Purtroppo, nessun giornalista verrà a pormi nessuna domanda. Non oggi perché c'è lo sciopero, ma neanche domani, perché la stampa italiana il bavaglio ce l'ha da tempo. Da quando non è più il quarto potere (ammesso e non concesso che in Italia lo sia mai stata), ma è il megafono di questo o quel potere, politico o economico che sia.

I nostri problemi, dico di noi cittadini, sono ben altri! Il lavoro, innanzi tutto. Un sistema paese che è al collasso, senza una scuola pubblica che funzioni, una sanità pubblica che funzioni, dei servizi che funzionino, una burocrazia che sia anche solo un po' meno che folle, una politica che miri alle energie rinnovabili anziché al nucleare, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

Ci vorrebbe una stampa che raccontasse queste cose, che inquadrasse il re nudo. Invece il re è sì nudo ma la stampa non ne approfitta per inquadrarlo ma per leccargli il BIPPPPPPPPP...perché quel re è anche il suo editore.

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