lunedì 21 luglio 2008

Ognuno ha la classe dirigente che si merita

Mi rendo conto, è un titolo provocatorio. Dopo il dito medio del disonorevole Bossi all'inno nazionale (ma non è reato?) mi sono chiesto per l'ennesima volta in che mani siamo. E non mi riferisco solo al Governo o all'attuale maggioranza parlamentare, ma alla classe dirigente in genere. Poi però mi sono ricordato di uno spezzone del film "La scuola" in cui il professore di francese si rammarica che nessuno dei suoi alunni abbia mai fatto carriera, perché ne avrebbe voluto ottenere, evidentemente, dei vantaggi personali. Allora ho pensato: ecco, noi italiani siamo fatti così. Quello che chiediamo alla classe dirigente è che ci dia un "appoggino": un lavoro, un avanzamento di carriera, un privilegio di corporazione... Da dove deriva tutto questo? Non lo so. Forse dal Sessantotto, come diceva tempo fa De Gregori. Forse è scritto nel nostro dna. Di sicuro con questa classe dirigente noi, intendo noi italiani, non vinceremo mai. E comincio a pensare che abbiamo la classe dirigente che ci meritiamo.

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