sabato 7 marzo 2009

Una bella colata di cemento

Ho appena letto questa notizia:
http://www.corriere.it/economia/09_marzo_07/piano_berlusconi_edilizia_b9ae11d6-0ae3-11de-a3df-00144f02aabc.shtml

Non c'è da sorprendersi. Nulla di nuovo sotto il sole. Il problema è che non fa più scandalo che una carica pubblica, una delle più importanti del nostro Paese, sia usata a scopo privato: aumentare il fatturato delle proprie aziende. Non fa più scandalo perché è ormai passata l'atroce mistificazione che gli interessi privati del capo del governo sono anche gli interessi dell'economia nazionale.

Perché è potuta passare questa equazione aberrante? Perché la nostra società è ormai compiutamente individualista. Non esiste più il senso della comunità, del bene comune. Semplicemente non importa più a nessuno. Le giovani generazioni sono allevate con questa forma mentis: consumo, dunque sono.

Così si intitola l'ultimo saggio di Bauman che consiglio a tutti di leggere. Ho potuto leggerne solo degli estratti, ma mi ripropongo di comprarlo quanto prima. Mi è sembrata un'analisi disperata della nostra società, ma è la stessa disperazione che sento anch'io.

Prima stavo per scrivere "il nostro amato Paese". Ho tolto l'aggettivo "amato" perché mi sto sempre più disamorando dell'Italia. Ieri leggevo che in un anno sono aumentate del trenta per cento le richieste di andare a studiare nelle università inglesi. L'Italia è diventato un Paese da cui scappare. Se penso alla Sardegna, poi, mi avvilisco ancora di più: inceneritori, centrali nucleari, cemento a profusione ne faranno la cloaca del Mediterraneo. Già adesso non è più piacevole come un tempo trascorrerci le vacanze. Il turismo di massa ha portato soldi (non certo ai sardi ma agli imprenditori del nord, in primis Berlusconi, e alla mafia) e ha cancellato tutto il resto. Già adesso è più piacevole il soggiorno in Corsica. I sardi si sono venduti l'anima. I corsi (ancora) no. Meglio la Corsica, allora.

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