mercoledì 23 giugno 2010

L'età dell'innocenza...che fu.

Sull'ultimo numero del Venerdì di Repubblica c'è un articolo su Gary Coleman, recentemente scomparso all'età di 47 anni.
Come tutti quelli della mia generazione, penso, sono cresciuto guardando tutti i giorni Arnold, facendomi grasse risate e desiderando terribilmente di dare un pizzicotto a quelle guanciotte.

Ero anche nell'età in cui le ragazze sono solo le femmine che non giocano a pallone, però devo ammettere che una mezza cottarella per Kim, almeno così credo che si chiamasse la sorella di Arnold, me l'ero presa.

Era interpretata da un'angelica fanciulla, visino acqua e sapone, che, guardando i titoli di coda, scoprii essere interpretata da una certa Dana Plato.

Insomma, Arnold appartiene alla mia felicissima vita vegetativa...
Dopo questo articolo, però, anche l'ultimo briciolo d'innocenza che conservavo nell'archivio dei ricordi, mi è stato tolto.

Ecco dunque l'apparir del vero: Arnold non aveva le guanciotte perché era paffuttello, ma perché era riempito di steroidi per via della sua malattia ai reni, che per altro lo costringeva a "dialisi quotidiane nell'ambulatorio costruito per lui sul set".

Dana Plato, aveva quattoridici anni, ma era già imbottita di droga e insieme ad "un'altra atricetta organizzavano orge" a base di coca e anfetamine.

Per quanto riguarda invece Todd Bridges, il fratello maggiore di Arnold nella serie tv, lo Willis del celeberrimo motto: "che cavolo stai dicendo Willis!", pare che sia sopravvissuto a tre overdose.

Non c'è che dire, un bel quadretto.

Come se non bastasse, il resto della vita di Gary Coleman, che Vittorio Zucconi racconta con "sadica" dovizia di particolari, è più triste del libro cuore e di Remì messi insieme: i genitori adottivi gli hanno rubato tutti i soldi che aveva, è stato rifiutato dal cinema e si è sposato a 40 anni con una che quando è caduto battendo la testa si è "dimenticata di chiamare i soccorsi fino al giorno dopo", salvo poi acconsentire solerte a staccare la spina, 48 ore più tardi, per lasciarlo morire.

Questo è quanto. Mi domando se ho fatto bene a leggere l'articolo e perdere definitivamente la mia innocenza, oppure avrei fatto meglio a smettere dopo le prime righe, magari con un bel "che cavolo stai scrivendo, Zucconi!", per continuare a vivere nell'illusione dei bei ricordi. Cercherò la risposta nello Zibaldone.

Intanto mi sono affrettato a pubblicare questo post, contagiato dal sadismo di Zucconi. Mentre lo scrivo mi sento come quei bambini grandi che dicono a quelli piccoli: "Ma guarda che i regali non li porta Gesù Bambino, li portano..."

Ora non mi resta che leggere la finestra di approfondimento che c'è sopra il pezzo su Arnold e che mi renderà edotto della fine che hanno fatto gli altri miti della tv, da Fonzie a Starsky & Hutch...


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