martedì 12 giugno 2012

Il giardino delle bestie

Ieri ho finito di leggere "Il giardino delle bestie" di Erik Larson. Me lo sono, come si suol dire, bevuto. Racconta di William Dodd, ambasciatore degli Stati Uniti a Berlino a partire dal 1933, l'anno della presa del potere di Hitler.

Quello che colpisce è il modo con cui la Germania, culla della cultura europea in quegli anni, si sia piano piano, ma inesorabilmente, trasformata in una dittatura.

Tutti, sia i tedeschi che i diplomatici di tutto il mondo, avevano ben chiaro chi fosse Hitler, ma lo sottovalutavano, pensando che il suo governo sarebbe caduto da un momento all'altro, per manifesta incapacità.

Invece, questo atteggiamento, unito alla tolleranza di una violenza sempre crescente, hanno permesso che si verificasse l'irreparabile.

Il libro serve dunque da monito per il futuro: bisogna sempre tenere alta la guardia perché altrimenti ci si trova in una dittatura senza neanche accorgersene.

A questo proposito, mi viene in mente anche il film "L'onda", che ho visto di recente e che mi ero perso al cinema. Per chi non l'avesse visto, racconta di un prof. che per insegnare alla sua classe cos'è una dittatura,  la instaura con l'accordo degli studenti. Il guaio è che la cosa gli sfuggirà di mano... Il messaggio del film mi sembra il medesimo del libro "Il giardino delle bestie": la dittatura s'instaura facilmente e può sempre attecchire, anche nei nostri Paesi, dove peraltro la democrazia è molto debole e indifesa. 

Mi sarebbe piaciuto scrivere una recensione sul film, ma sono fuori tempo massimo. Perciò mi limito ad un aneddoto: mi sono arrovellato per giorni, cercando di capire se fosse il caso di far vedere il film ai miei studenti di terza media. Ho optato per il no: ci sono delle scene troppo forti. Ho deciso però di parlarne comunque in classe, suggerendo di aspettare qualche anno prima di vederlo. Mi sono limitato a sottolineare il messaggio positivo veicolato dal film e a riassumere brevemente la trama, senza però fare cenno al titolo. Arrivato a metà dell'intreccio, quando gli studenti scelgono il nome da dare al gruppo e decidono il saluto con il quale identificarsi, un mio alunno ha detto: "Ah, sì...L'onda!". Un altro ha chiesto: "Quale?". La risposta ha mimato il gesto dell'onda. Coro: "Ah, quello...". Lo avevano visto.

1 commento:

Stefano Fracasso ha detto...

solo una coincidenza ma pure io ho appena "bevuto" questo libro e ne scritto una breve nota sul mio blog.
Buon lavoro prof