mercoledì 11 febbraio 2009

L'Avvenire...della Chiesa

Ho appreso oggi, leggendo La Repubblica dell'epiteto con cui il quotidiano dei vescovi italiani ha bollato il signor Englaro: boia. Mi ferisce solo scriverlo. Mi disturba. Infatti non lo volevo scrivere. Poi, ancora una volta la mia rabbia ha lasciato il posto alla serenità quando mi sono ricordato di Mt 7, 1-2 e Lc 6, 37-38, ma anche di Gv 8, 15. Che bello, quasi ringrazio l'Avvenire perché mi ha riportato alla pienezza delle parole evangeliche, per contrasto con la pochezza delle proprie!

In più mi sono venute in mente le parole dette da un monaco che ho conosciuto qualche anno fa. Forse l'ho già scritto sul blog, non ricordo. Disse che Dio è eterno, non la Chiesa; che non è detto che la Chiesa sopravviva, o che il suo centro debba sempre rimanere Roma...! All'epoca mi sembrava un pazzo. Vista però la spaccatura sempre più evidente nel mondo cattolico, dove, tanto per fare un esempio, le distanze tra l'attuale Famiglia Cristiana e L'Avvenire sono abissali, mi chiedo se questo processo di dissolvimento non sia già in atto e se la chiusura della gerarchia non sia destinata ad accelerarlo.

L'articolo di Repubblica è il seguente. Lo posto perchè molto interessante:

http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/eluana-englaro-4/intervista-zagrebelsky/intervista-zagrebelsky.html?ref=search

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