lunedì 16 novembre 2009

Segreteria seconda e ultima (?) parte

Pensavo non interessasse a nessuno, invece qualcuno mi ha chiesto com'è finita la mia odissea in segreteria.

Dunque. Mercoledì scorso, mio giorno libero insieme al lunedì, mi sono presentato alle sette e mezza davanti al portone della segreteria in via San Gallo, solo per trovarmelo chiuso con affisso un bel cartello: per tutti i mercoledì di novembre la segreteria resterà chiusa.

Non demordo e oggi mi ripresento, più o meno alla stessa ora. Ho più fortuna. In lista sono 26esimo. Aprono il portone alle otto, ma gli uffici alle nove. Quindi, intanto, c'è da aspettare un'ora. Mi sono preparato: ho con me due quotidiani e Tacito.

Prima di iniziare a leggere, però, faccio mente locale per vedere se ho preso tutto, e mi accorgo che, cambiando borsa, ho lasciato a casa le fototessere. Chi non ha testa abbia gambe (e soldi). Mi fiondo per strada, trovo un ottico aperto e mi faccio fare le foto. Ora sto tranquillo...

Leggo per intero i due quotidiani, ripasso i capitoli dall'uno al tre degli Annali, traduco il quattro e il cinque, e finalmente arriva il mio turno. Sono passate tre ore. Ho trattenuto un bisogno diventato via via impellente, ma preferisco farmela addosso che perdere il turno.

Mi trovo di fronte Geppy Cucciari. Se non è lei è la sorella gemella omozigote separata dalla nascita. Giuro. Purtroppo non ha nessuna voglia di ridere, tantomeno di farmi ridere. Appena accenno al fatto che ho tutti i documenti ma prima di scrivere i codici degli esami nel modulo vorrei avere conferma dell'esattezza, visto che il sito non è molto chiaro e anche le professoresse, che me li hanno dati, non erano sicure, Geppy storce il musetto sirbone, aggrotta le sopraccicglia e mi dice che dovevo controllare sul sito, che non è compito suo, che non può perdere tempo a guardare lei, che devo controllare nella guida, ecc. ecc. Il profluvio di parole mi dà il tempo di pensare. Subito mi viene in mente di bloccarla e di dirle che il minimo che mi aspetto da una segretaria è che sappia le procedure, i codici e quant'altro e che, se non li sa, quantomeno dovrebbe essere in grado di trovarli in fretta. Poi considero la mia decennale esperienza di burocrazia e uffici pubblici e convengo con me stesso che la linea dura di rivendicazione dei propri diritti di cittadino-utente non paga, e approvo la linea di condotta all'italiana: chiedere un aiutino, fare la faccia supplice, circuire invocando il buon cuore di chi ha il potere di vita o di morte: l'impiegato. Così, in un momento di pausa del monologo di Geppy, prima che mi mandi via con l'ordine perentorio di informarmi meglio prima di ritornare, intervengo sottomesso per apporre gentilmente il concetto che a me la guida dello studente non viene data perché ho il torto di essermi già laureato, che i codici li ho già, presi dal sito e confermati dagli insegnanti, e che mi basterebbe giusto una controllatina veloce alla guida dello studente, non ci dovrebbe volere molto, altrimenti sarei costretto a mettere i codici che ho, perché sono due mesi che aspetto di essere ricevuto dalla signoria vostra, la Segreteria illustrissima.

Insomma, il buon vecchio metodo all'italiana funziona. La Geppy sbuffa e con l'aria di dire Guarda giusto perché sei tu, mi controlla la guida. Non ha la più pallida idea di quale siano i corsi di laurea degli esami in questione. Suggerisco sommessamente lettere antiche per letteratura latina e linguistica per sociolinguistica. Per fortuna ci azzecco, e dopo tanta fatica, sudore e pagine della guida sfogliate, ecco saltare fuori i codici. Sono gli stessi che ho io. Così la pratica va avanti e Geppy mi consegna libretto, password e numero di matricola nuovi di zecca.

Habemus papam! L'iscrizione è fatta!

Dovrei sbronzarmi dalla felicità, se non fossi astemio e contrario agli eccessi alcolici. Dovrei organizzare un festino a base di trans e coca, ma non sono un politico.

Soprattutto, sono prudente. Non voglio illudermi. Uno dei due codici, pur dato dalla professoressa con cui devo fare l'esame, corrisponde ad un altro docente. E la professoressa in questione non compare negli elenchi e non ha un suo codice d'esame. Boh, sarà affiliata all'altro prof.? Con la fortuna che mi canta, va a finire che il codice è sbagliato e Geppy è stata categorica: se metto quel codice poi devo fare per forza l'esame a cui corrisponde. Non mi ha detto se la pena è l'arresto, però spero tanto di non essermi sbagliato. Temo meno il giudizio universale. Ci sono poi problemi anche per l'altro esame: la prof. mi ha detto, spaventatissima, che lei non ha mai fatto l'esame con un iscritto a un corso singolo e quindi non sa in che verbale deve verbalizzare. Mi ha detto anche: S'informi in segreteria. Non volendo suscitare le ire di Geppy, né disturbarla ulteriormente, ma soprattutto avendo la certezza che non ne avrebbe avuto la minima idea, non ho chiesto. Vedrò come mi viene verbalizzato il primo esame e riferirò alla professoressa del secondo.

Come vedete, ancora non è il momento di farsi i ... a vicenda, come disse Harvey Keitel in Pulp fiction.

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