venerdì 11 aprile 2008

faccio outing!!!, ovvero...non è un paese per giovani

A 34 anni posso dirmi ormai una persona adulta, con una personalità formata, indipendente da quella dei miei genitori. A 34 anni è giusto uscire dall'ipocrisia e mostrarsi al mondo per quello che si è, senza vergognarsi. Perciò ho deciso che è arrivato il momento di fare outing, di uscire allo scoperto, di rivelarlo a tutti. Forse darò un dispiacere a mia madre, ai miei parenti, ai miei amici, che mai avrebbero sospettato...
Ma è ora di finirla, non voglio più nascondermi.
Perciò da questo pubblico blog voglio rivelare al mondo che...
...IO SONO...




...quello che ha votato "fa ridere" nel sondaggio sul video "Presidente siamo con te"! (Cosa avevate capito?)
Che ci posso fare? Lo trovo irresistibile. Dal primo momento che l'ho visto mi sono sganasciato dalle risate! Lo vedo e lo rivedo, e tutte le volte rido. La canzoncina mi è entrata nel cervello. Mi ritrovo sotto la doccia a canticchiarla; cammino per strada e vorrei urlare "Presidente siamo con tee, meno male che Silvio c'èè"; addirittura in classe, mentre spiego i totalitarismi, guardo i fanciulli, così freschi e pieni di gioia di vivere e fiducia nel futuro, e penso: "meno male che Silvio c'è"!
Oh, finalmente l'ho detto! Non è stato facile trovare il coraggio di farlo. So che ora mi aspetta una vita difficile, fatta di discriminazioni, sguardi torvi e diffidenti. Pazienza. Mi sono tolto il peso. Perciò, lunedì sera, quando sarà ormai certo il ritorno al trono di Silvio III, io metterò l'mp3 di "Presidente siamo con te" nel mio lettore portatile, chiuderò la valigia, controllerò di avere con me tutti i documenti validi per l'espatrio, e partirò. Via, finalmente! Dove? Non lo so ancora. Lontano. Il più lontano possibile da questo Paese.
Perché? Perché non è un Paese per giovani. Già lo sapevo, ma ne ho avuto la certezza l'altro giorno a scuola. Al cambio dell'ora mi si è avvicinata la suora, che è anche la Preside: con fare circospetto, mi ha chiamato da parte, lontano dagli occhi indiscreti dei colleghi. Ha messo la mano in tasca, ha tirato fuori il pugno chiuso e lo ha avvicinato alla mia mano, nel gesto inequivocabile di chi vuole farti prendere qualcosa senza che altri vedano. Mi rendo conto che ora sarebbe esilarante scrivere che era una dose di coca o di hashish, ma non si trattava di questo. Erano tre banconote arrotolate: due da venti e una da dieci. Totale: 50 euro. "Prendi, sono per te" - ha detto. Proprio come faceva mia nonna quando mi dava le strenne. Ho cercato di protestare, di chiedere perché. Lei mi ha spiegato che era il compenso per la gita. Trattandosi di un solo giorno, non era prevista per legge una retribuzione in busta paga, come invece per la gita di due giorni, che mi è stata regolarmente pagata 40 euro al giorno, cioè 80 euro in tutto. Il giusto compenso per due giorni in cui devi badare che trenta ragazzini scatenati non si perdano, non vengano rapiti, stuprati nei bagni degli autogrill, investiti da un'auto pirata, non cadano, non si fratturino, ecc. se no, finisci in galera, perché la responsabilità penale è tua. La gita di un giorno invece è gratis, anche se la responsabilità penale resta (e il rompimento di balle pure, ma infondo ci si diverte anche, non voglio essere ingiusto). Insomma, faccio finta di protestare, di dire "Ma no, è il mio lavoro". La suora mi guarda, mi strizza l'occhio, spinge i soldi nel palmo della mia mano e lo richiude, dicendomi "So che hai bisogno". Frase che taglia la testa al toro. Eh, si! Lei lo sa bene che ho bisogno, perché è lei che fa la mia busta paga e capisce che con 470 euro al mese non posso far altro che pagare l'affitto e a mala pena le bollette; che non posso comprare carne rossa, né pesce fresco; che posso andare al cinema solo una o due volte al mese; che di andare nei locali la sera non se ne parla; tantomeno a teatro o ai concerti (De Gregori: prezzo minimo 30 euro; James Taylor: prezzo minimo 46 euro!).
Ecco. In quel momento mi sono visto dall'alto. Come se quella scena non riguardasse me ma il personaggio di un film: ho visto una persona adulta, di 34 anni, con la barba e un'incipiente calvizie, una laurea con 110 e lode, media del 30, pubblicazione della tesi più altre pubblicazioni varie, 12 esami in giurisprudenza con la media del 28, e varie altre cose sul curriculum vitae, che prende le strenne dalla Preside-nonna e le è sinceramente grato, proprio come un nipotino. Perché è vero: ha bisogno.
Perciò fai bene Piroz a partire, ad andare ad Edimburgo. Vai Piroz, vai! Apri la strada a tutti noi! Se c'è un Paese che sa cosa farsene dei giovani, facci sapere e ti raggiungiamo!

P.S. A proposito di partenze... A Firenze, a Palazzo Vecchio, c'è la mostra di Giampaolo Talani, artista emergente, patrocinato da Vittorio Sgarbi. È l'autore dell'affresco della stazione di Santa Maria Novella, che si intitola appunto "Partenze". Mi piace, ha un suo stile. E tuttavia non posso fare a meno di appuntargli un difetto di personalità. Credo che la sua ricerca stilistica debba fare passi avanti. L'impressione è che non abbia raggiunto ancora una completa originalità. La sua riflessione sulla partenza, sul viaggio, così evocativa e letteraria, risente troppo del già detto. Per esempio, nella sezione della mostra che ha per titolo "Finisterre" come la prima sezione di "La bufera e altro", terza raccolta montaliana, c'è un quadro che fa pensare troppo alla montagna di Sainte Victoire di Cézanne (vedere per credere: http://www.talani.it/). Mi riferisco in particolare a come i colori del cielo sconfinino sulla terra e viceversa, riproducendo l'elaborazione cerebrale della visione retinica (ampiamente studiata da Cézanne)...
Inoltre, la scultura che in questi giorni è esposta sotto i portici della galleria degli uffizi, "Rosa dei venti", e tutta la serie di quadri degli omini con la valigia, non sono già visti? Con le dovute differenze, certo, ma non ha già detto tutto Folon? Sarà che non sono un esperto d'arte, ma a me sembra di si.




1 commento:

Patrick Sammut ha detto...

Caro Marce',
Sei proprio forte, pero' badi alla tua mamma.
La tua penna si affila sempre di piu'.
Patrick