sabato 20 marzo 2010

Giornata della memoria per le vittime delle mafie

La primavera non è ancora arrivata, ma le scolaresche in gita sì. Per fortuna, Firenze è una città di vicoli e vicoletti, e basta scostarsi dalla strada principale e prendere la parallela per camminare tranquilli, a volte senza incontrare nessuno.

A me capita spesso di farlo. Aggiro piazza della Signoria, evito via de' Calzaiuoli, non mi avventuro nei portici della galleria degli Uffizi.

Ormai conosco le strade, non mi perdo più. Ma all'inizio, nel 1993, ero appena arrivato a Firenze e difficilmente mi avventuravo in percorsi sconosciuti. Certo, ogni tanto mi capitava di curiosare cosa c'era dietro gli Uffizi, magari una trattoria, un vinaino, un negozietto di artigianato...

Non quella sera, tra il 26 e il 27 maggio. Ero stato fuori a cena, da amici, e si era fatto tardi. L'indomani dovevo andare in facoltà, probabilmente avevo lezione presto. Non era il momento di passeggiare, dovevo fare la via più breve per tornare a casa. Per questo scelsi di non passare dagli Uffizi e fare il lungarno, come spesso mi capitava per godermi ponte vecchio di notte, ma tagliai per piazza della Signoria, poi la piazza del porcellino e via.

In meno di dieci minuti arrivai a casa. Il tempo di infilarmi il pigiama, mettermi a letto, spegnere la luce e...

Ricordo il boato. Il mio coinquilino uscì dalla sua stanza e mi chiese se fosse stato un fulmine. Ma io so riconoscere il rumore di una bomba. Quando ero ancora a Nuoro la misero al mio vicino di casa, facendogli saltare il garage. Questa però mi sembrò più grossa. E vicina.

Aveva fatto tremare i vetri, ma per fortuna nessuno si era rotto. Tempo cinque minuti e sentimmo le ambulanze che ci tolsero ogni dubbio. Andai a letto con un misto di curiosità e preoccupazione. Non mi rendovo bene conto. Come potevo immaginare?

Solo l'indomani scoprii che cinque persone erano morte. Fra di loro Nadia, di nove anni, e sua sorellina appena nata.

Ieri sono passato di nuovo per via dei Georgofili. Volevo evitare i turisti con il naso per aria. Mi sono fermato come faccio di solito a rileggere la poesia "premonitrice" di Nadia. C'è una targa che la riporta e ora anche il foglio fotocopiato del suo quaderno.

Quelle parole sul tramonto... Quel verso, "è già sera tutto è finito", scritto tre giorni prima di morire, mi mette i brividi. Tutte le volte.

Oggi è la giornata della memoria delle vittime delle mafie. C'è una manifestazione di "Libera" a Milano. Ma non troverete la notizia in prima pagina. Dovrete aspettare per vedere in tv il discorso di don Ciotti.

A Roma c'è un'altra manifestazione, un altro discorso, di uno che ha definito eroe un boss della mafia.

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