martedì 23 marzo 2010

Mi astengo...


No, non voglio dare un'indicazione di voto. Essendo residente in Sardegna, questo giro non mi tocca neanche.

Volevo scrivere un post sull'indicazione di voto data da mons. Bagnasco e riportata da tutti i giornali: "Non votate chi diffonde l'aborto!". Più o meno questi i titoli dei giornali di oggi.

Dico la verità: leggendo gli articoli mi sono infastidito al punto da non riuscire in qualche caso a finirli. Mi sembrava infatti evidente che si trattasse di un'entrata a gamba tesa contro la Bonino e, a questo punto, ho sentito prevalere il liberale che è in me sul cattolico che è in me: "libera Chiesa in libero Stato!".

Ero pronto a scrivere un j'accuse sul blog. Arrivare a suggerire che la Bonino sia una che vuole diffondere l'aborto mi sembrava francamente troppo. Non ho mai sentito nessuno che è "favorevole" all'aborto, semmai persone che si rendono ben conto della tragicità e del dolore insito nel gesto, ma, in casi eccezionali, lo ritengono il male minore, nello spirito della legge 194. Francamente, conoscete qualcuno che faccia propaganda all'aborto? "Fate come vi pare e poi abortite?" Io no.

A scanso di equivoci, io sono sempre stato contrario all'aborto. E continuo ad esserlo. Però la mia coscienza è stata più di una volta scossa da casi in cui effettivamente l'aborto mi è sembrato il male minore, per il bambino e per la madre. Casi in cui ho pensato, decontestualizzandola, me ne rendo conto, alla frase evangelica: "Meglio per quell'uomo che non fosse mai nato!" L'ultima volta, mi è successo qualche giorno fa, quando ho letto la notizia di quel bambino di otto mesi che sarebbe stato massacrato dai genitori durante un festino a base di coca.

Insomma. Volevo scrivere che è ingiusto dire che la Bonino diffonde l'aborto tanto quanto dire che la Chiesa diffonde la pedofilia, per esempio.

Poi però ho letto la prolusione di Bagnasco e, come sempre accade, leggendo direttamente la fonte ho scoperto che la sintesi giornalistica è stata, in linea di massima, molto parziale e superficiale.

Il punto in cui si parla dell'aborto è nella prolusione argomentato e, in particolare, il passaggio in cui si esprime preoccupazione per i nuovi farmaci che fanno "scomparire l'aborto", facendolo passare dalla sfera sociale a quella domestica, merita a mio avviso di essere preso in considerazione, perché non è una riflessione banale. Peccato che la decadenza dei quotidiani italiani li porti a cercare il titolo ad effetto e la polemica di bassa partigianeria politica piuttosto che il sano sforzo del pensiero dialettico.

Con questo non voglio dire che sono d'accordo con Bagnasco. Solo, preferisco astenermi da un giudizio troppo netto e definitivo. Ma un giudizio lo voglio pur dare: il sillogismo "condanna dell'aborto - voto conseguente alle elezioni" mi lascia perplesso. Avrei voluto lo stesso rigore logico-consequenziale nella condanna della pedofilia, cui avrebbe dovuto far seguito l'esplicita indicazione di denunciare i preti pedofili all'autorità giudiziaria. Le parole del papa, infatti, che pure richiamano al dovere di rispondere a Dio e "ai tribunali debitamente costituiti", possono essere intese come un invito al "peccatore" di costituirsi, ma non al testimone di denunciarlo. Per esempio, mi sarei aspettato che ai vescovi e ai preti che ricevono in confessione un prete pedofilo fosse detto chiaramente: "non siete autorizzati a dare l'assoluzione finché il peccatore non abbia intrapreso un percorso pubblico di pentimento attraverso l'atto del costituirsi all'autorità giudiziaria". O qualcosa del genere. Insomma, sillogismo per sillogismo, non solo una condanna netta ma anche una prassi da seguire.

Ma mi rendo conto che non si deve tirare il papa per la giacchetta. Certo è che della prolusione di Bagnasco è passato solo il messaggio che il Vaticano non vuole che si voti la Bonino. Ed è un peccato, per la prolusione stessa e per i suoi contenuti, condivisibili o meno, ma certo meritevoli di una lettura e una riflessione più attente.

Ma è un peccato anche per la credibilità morale della Chiesa, già tremendamente scossa dai casi di pedofilia. Se potessi dare un suggerimento al cardinale Bagnasco, vista magari la nostra passata militanza fucina, è di rivitalizzare quest'autorità esercitandola con altrettanta durezza per esempio nella condanna di quei mafiosi, come si presume l'ultimo arrestato, l'"architetto", che vengono spesso definiti nei giornali come "molto cattolici".

Visto che il tale era impegnato in politica, e che non si può fare a meno di indirizzare le coscienze dei cattolici a votare per benino (non per bonino, per carità!!), perché non dare una bella indicazione di non-voto per tutti quei partiti che candidando mafiosi diffondono la mafia?

Così, faccio per dire...non me ne voglia Eminenza.

1 commento:

H ha detto...

scandaloso, è da giorni che rimugino su questa notizia, la chiesa come al solito si sente in diritto di dare indicazioni elettorali (come già avvenne per il referendum sulla fecondazione) invece di occuparsi seriamente di cose ben più gravi quali la pedofilia, il papa dovrebbe capire che non basta scrivere una letterina per cancellare il male fatto a tutti quei bambini. Perché invece di occuparsi di quelli "mai nati" non si occupano delle piccole vittime di quei preti pedofili? e poi basta con questa omertà, con questo essere al di sopra della legge..il caso Orlandi? il caso Claps? LA Chiesa sapeva ed ha taciuto, come sempre, su cose importanti straparlando in merito a qustioni che non le competono...