sabato 17 maggio 2008

...anzi no, sto con Travaglio

La vicenda Travaglio-D'Avanzo si è incancrenita. D'Avanzo ha pubblicato un altro articolo su Repubblica in cui, dicendo di applicare il metodo Travaglio, ha ventilato una presunta vacanza del giornalista pagata da un boss. Travaglio ha smentito, sostenendo che la notizia è semplicemente falsa, e ha sporto querela. Io, ci tengo a dire, sto con Travaglio. La questione è diventata un'antipatica schermaglia tra colleghi che si contendono il ruolo di primedonne. Inizialmente ero d'accordo con D'Avanzo solo per il rispetto che credo si debba portare alla seconda carica dello stato (chiunque la ricopra) votata dal popolo sovrano. Travaglio avrebbe dovuto dire che Schifani aveva conosciuto quelle persone 18 anni prima e che poi non risultavano altri contatti. Lo avrebbe dovuto fare per cmpletezza dell'informazione. E poi l'ironia sulla "muffa" poteva risparmiarsela, non perché non sia simpatica, ma perché, ancora una volta, si trattava del Presidente del Senato. Infine, non sono d'accordo con Travaglio né con Di Pietro che minano il clima di collaborazione bipartisan tra maggioranza e opposizione. Penso, per esempio, che senza questo clima non si può sconfiggere la criminalità organizzata in Italia. Perciò, anche turandosi il naso, bisogna che l'opposizione dialoghi, quando può, con la maggioranza. Ciò detto, l'attacco di D'Avanzo è semplicemente scorretto e non è della stessa natura di quello di Travaglio a Schifani. Travaglio ha citato sentenze e contratti societari, D'Avanzo voci di corridoio. Non mi sembra la stessa cosa.

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