venerdì 19 settembre 2008

Mar Nero di Federico Bondi. Anteprima a Firenze

Uscirà nelle sale tra ottobre e novembre. Io l'ho visto ieri in anteprima al teatro Verdi di Firenze. Erano presenti in sala il regista, due attori (Ilaria Occhini e Corso Salani) e lo sceneggiatore, Ugo Chiti. La proiezione è avvenuta in occasione della serata inaugurale delle "Giornate del cinema europeo" (www.giornatecinema.eu): undici giorni di proiezioni di film europei mai distribuiti in Italia. In particolare, le retrospettive sono dedicate a Corso Salani, attore e regista fiorentino, e Per Fly, regista danese della scuola di Lars Von Trier.

Il film parla di una badante rumena (Angela, interpretata da Dorotheea Petre) che riesce a farsi ben volere dalla propria assistita, una nonna fiorentina dal carettere burrascoso e schietto (una "toscanaccia", come si suol dire), ma infondo dal cuore tenero. Gemma, questo il nome della nonnina, è interpretata dall'attrice teatrale Ilaria Occhini. Si può dire che la cosa migliore del film è proprio la sua interpretazione, che le ha fatto meritare il premio ottenuto al Festival di Locarno e ha strappato un'ovazione al pubblico del teatro Verdi.

Anzi, si potrebbe anche affermare che tutto il film si regge sulla performance della Occhini, o quasi. Se si togliesse dalla pellicola la sua prova d'attrice, forse, il film non resterebbe nella memoria a lungo. Questa è l'impressione. Federico Bondi è un giovane come si suol dire di talento, è riuscito ad affrontare il tema dell'immigrazione nel nostro Paese, della difficile integrazione, ecc. Ha avuto il merito di farlo puntando il fuoco della macchina da presa su un aspetto particolare: l'immigrazione di una ragazza rumena nell'anno dell'entrata della Romania nell'Unione europea. Questo gli ha consentito di non scivolare nella retorica dei buoni sentimenti, sviluppando una trama narrativa asciutta, senza autocompiacimenti visivi che spesso è il tallone d'achille dei giovani registi. Eppure quello che rimane a visione ultimata è che Bondi sia riuscito solo il parte, che abbia svolto il compitino, quasi da saggio finale di una scuola di regia: inquadrature giuste, dosaggio equilibrato di primi piani e campi lunghi, qualche point of view originale, una dose calibrata di macchina a mano (che non riesce tuttavia ad evitare allo spettatore quella dose minima di capogiro, che sembra ormai un must dei film che vogliono avere la patente di film d'autore o i premi della critica ai festival del cinema).

Non bisogna essere però eccessivamente critici. Bondi ha tutto il tempo per maturare e la sua prima prova si è meritata già la giusta attenzione di un pubblico esigente come quello di Locarno. In fin dei conti Mar nero è un bel film, che si lascia guardare molto volentieri; che fa sorridere e riflettere, affrontando un tema d'attualità in modo serio e onesto. In più, e non è poco, Bondi ha saputo dirigere bene i suoi attori, la cui prova complessiva è ottima, con la menzione speciale, come detto, della Occhini, che vale il prezzo del biglietto.

La scena più significativa del film, e una delle più divertenti, è quella che vede Gemma affrontare la sua vicina pettegola, rea di aver intimidito Angela, sospettandola ingiustamente di essere venuta in Italia per accasarsi, magari rovinando qualche famiglia, e minacciandola di chiamare i carabinieri. Gemma, con linguaggio colorito, fa notare alla sua vicina che la Romania sta entrando in Europa e quindi non ci sarà più bisogno di permessi vari perché Angela possa lavorare in Italia.

Girato a Firenze e in Romania, il film è un po' lento all'inizio e un po' "leggero" alla fine, nella parte in cui le riprese si spostano in Romania. Ma sono peccati veniali.

La proiezione al teatro Verdi ha avuto un curioso siparietto all'inizio della serata. Dopo le presentazioni di rito e i discorsi dell'assessore alla cultura (mai manchi), è iniziata la proiezione, che però è stata quasi subito interrotta perché non era partito l'audio. Riaccese le luci in sala, tutti hanno notato che la sedia in cui era seduto il regista era vuota. Evidentemente era stato lui ad andare in sala di proiezione per chiedere che il film fosse rimandato dal principio Quello che gli spettatori avevano perso era un sottofondo musicale, ritenuto da Bondi importante perché accompagna tutta la storia legando il finale con l'inizio.

Io, dal mio palchetto al terzo piano, non ho visto benissimo lo schermo, e confesso di essermi distratto un po', spettegolando sulla moglie del regista, mia collega universitaria al corso di storia, nonché appartenente a una famiglia bene di Firenze. Il che, naturalmente, mi ha irresistibilmente condotto a malignare sul perché il buon Matteo sia riuscito, così giovane, a trovare i fondi e le conoscenze per fare un film. Bravo, per carità, come regista, ma insomma...piuttosto incapace di parlare, per esempio, alla fine della proiezione, manco per dire due parole in croce. Forse tradito dall'emozione, il giovanotto si è limitato a presentare la vera badante di sua nonna che ha ispirato il film...che dire, un bravo ragazzo!

(ovviamente questi ultimi commenti sono tutta invidia)

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