lunedì 8 settembre 2008

Veltroni e i suoi fratelli (coltelli)

Ufficialmente è finita ieri ma si può dire che in realtà sia finita sabato pomeriggio, quando nella sala dibattiti "Giorgio La Pira" Enrico Mentana ha intervistato Walter Veltroni.

Il programma dava appuntamento per le 18. Questa volta non volevo incorrere nell'errore dei giorni precedenti, perciò sono uscito di casa alle cinque meno venti e alla cinque meno cinque sono entrato alla Fortezza, pronto a sedermi in seconda fila (le prime di solito sono "riservate"). Mi sono diretto a passo svelto verso il tendone. Già prima di entrare però ho capito: avevano avuto tutti la stessa idea. La sala era già piena.

Neanche un posto a sedere, più di un'ora prima!! Impressionante! Ma nessuno è andato al mare? Eppure c'è ancora un caldo che si muore! Mi rassegno subito a cercare un posto a sedere...per terra. Gli uomini della sicurezza però mi respingono più di una volta. Non se ne parla. O hai la sedia o t'arrangi. Fuori c'è il maxischermo. Idea geniale: faccio come quelli laggiù, mi siedo nell'impalcatura a base quadrata della telecamera! È perfetto: sono seduto e si vede benissimo. Talmente perfetto che non può essere vero. Infatti arriva il cameramen armato di nastro adesivo, ci fa alzare tutti e delimita il suo territorio. Non si può stare lì, è pericoloso e facciamo ballare la telecamera. Obietto che è fissata con bulloni grossi come il palmo della mia mano. Lui mi guarda male e mi basta lo sguardo.

Riprendo a peregrinare alla ricerca di un posto. La gente continua ad entrare e nonostante sia tutto aperto c'è un caldo allucinante. Una ressa indescrivibile e sono solo le cinque e dieci. Insomma, pesta e ripesta, alla fine convinco uno della sicurezza a far sedere me e gli altri dietro di me per terra, in fila indiana, accanto alle sedie. Naturalmente lasciando il passaggio per eventuali barelle se qualcuno si sentirà male. Così mi ritrovo per terra, sì, ma in prima fila!

Non mi posso lamentare. Fra l'altro seduto per terra affianco a me c'è un senatore, Vincenzo Vita. Roba da matti! Da un lato l'apprezzo, evidentemente è una persona umile; dall'altro, che organizzazione è? E poi per Veltroni? Mah! Per di più i suoi "illustri" colleghi sono seduti nella fila di fianco a noi. Vannino Chiti, Martini, Rosy Bindi, Follini, Pistelli (quest'ultimo non è stato riconosciuto dalla sicurezza, che l'ha bloccato col classico "lei dove va?" . Che smacco per il suo amor proprio!): nessuno che lo veda e gli dica "Vincenzo che fai per terra? Sei matto? Siediti qui!". Non se lo fila nessuno, povero! Begli amici! Se ne starà lì, per terra, seduto su una sua borsa, per tutto il tempo, senza mai tradire una smorfia di dolore. Evidentemente ha una schiena migliore della mia! Io cambio posizione ogni cinque minuti!

Per farla breve, entra Mentana e presenta Walter. Ovazione.


Dopo i ringraziamenti di rito, le prime parole del Segretario saranno naturalmente per Parisi. L'ex ministro della Difesa, appena ieri, su questo stesso palco, ha rovinato la Festa, tirando fuori tutto il malcontento, ma forse anche il livore, dei "prodiani". Ha definito un fallimento il governo ombra, una falsa partenza il Pd, e ha accusato Veltroni di aver affossato il governo Prodi con il suo discorso di Torino, in cui, si ricorderà, annunciò di voler correre da solo nelle future elezioni. Addirittura ricorda i giovanotti di An che nel festeggiare Alemanno sindaco di Roma hanno esposto il cartello "Walter santo subito". Insomma, dopo quel discorso, Prodi è caduto, Roma è andata a un sindaco di An e Walter ha perso le elezioni. Picconate pesanti, ma, sinceramente, non riesco a dargli torto.

Topo Gigio, come lo chiama il Grillo parlante, si è però trasformato in un bufalo che sputa fumo nero dalle narici. Così prima ancora che sia Mentana a chiedere, risponde per le rime al professore sardo. Prima lo paragona a Tafazzi, poi fa partire velate "minacce": i dirigenti del futuro Pd saranno scelti tra quelli che non frequentano le aule universitarie o i circoli politici ma la Ggente...applauso. E fischi (pochi ma buoni) per Parisi.
(Lo so, è storto, ma non so perché e non so come si fa a raddrizzarlo) Giusto, spirito di squadra! E giusto anche rinnovamento (ma Lui, Walter, è giovane? Nuovo?)!
Sarà, ma continuo a dare ragione a Parisi, per me il primo Tafazzi è stato lui. E poi una cosa che gli ex diessini dimenticano sempre è che Prodi, sino a prova contraria, due volte è andato contro Berlusconi e due volte ha vinto. Rutelli ha perso, Veltroni idem. D'Alema non lo ha mai affrontato alle elezioni, e l'ha resuscitato dai morti con la Bicamerale. Eppure D'Alema, Rutelli e Veltroni hanno fatto presto a disfarsi del Professore, dando l'impressione di considerarlo, al di là della stima di facciata, un "utile idiota". Invece farebbero bene a chiedersi se Prodi ha vinto sempre contro Berlusconi perché la sua linea politica, che mirava a creare un'alleanza di centro-sinistra, era quella giusta. Certo col Prodi II è una linea che ha fallito, ma quanto per colpa di Prodi? Tutte le colpe sono del Professore? Un po' di onestà intellettuale dovrebbe portare i vari D'Alema, Veltroni (e mettiamoci anche Marini, Bertinotti & Co.) a fare un minimo di autocritica. Mastella certo non andava nominato ministro della Giustizia (ma quanti avrebbero tollerato Di Pietro?), però non si è "girato" da solo. Al di là dei guai giudiziari, quello che lo ha mandato in bestia è stata proprio la linea di Veltroni di correre da solo. Linea che minacciava di farlo scomparire, come poi infatti è puntualmente accaduto.

C'è n'è anche per Di Pietro. Questa volta è Mentana a provocare: ricorda a Veltroni che D'Alema si è rifiutato di rispondere alla domanda sull'alleanza con Di Pietro, girandola implicitamente al Segretario. Veltroni non si sottrae e risponde. Si vede che l'alleato risulta ingombrante e imbarazzante.


Concludendo: l'importante, fra fratelli, è volersi bene!

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